PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 13/09/2002
Avanza
Con la corazza del saggio
E la prudenza
D’incerto viandante
A guidar se stesso
Tra mille ostacoli.
Una lampada
La sua fede
Gli rischiara il cammino.
Diogene rinato
Cerca l’uomo
E non lo trova
Perché lo porta dietro
Dentro.
S’appoggia a una verga
Sacra
Che lo sostiene
Per tutta questa sua strana e solitaria vita
Protetto dall’occulto dei cieli
Che lo conduce alla luce.
E pensa alla vita passata
Che gli ha preparato quella strada
Per il futuro.
Nei suoi occhi
Vivi
Il ricordo infranto
D’una immagine astrale
Riflessa allo specchio
Di Colei che intrepida
Fugge e lo precede
E gli porge la sua profumata mano
A raccattar la Luce
Che già brillava
Nel suo sguardo
Rapido e guizzante
Come onda d’un mare
Chiaro
All’alba della loro vita.
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Diogene è una figura molto interessante. E' il mito dell'uomo che non cerca altra soddisfazione al di fuori di se stesso, che vuol godersi il suo sole e rifiuta tutto quanto è superfluo. E' soprattuto il simbolo della ricerca continua di se e della propria autosufficienza interiore.
Tutti questi aspetti li leggo nella tua poesia sapientemente miscelati.
Ciao.
Andrea.

il 13/09/2002 alle 11:34

Il tema è costantemente un punto di riferimento, per chi cerca valori e verità interiori, anch'io ho scritto tempo fa "Eremita", perché è fatale volgere lo sguardo alla solitudine che lascia spazio al sè.
La tua poesia è piena di riferimenti fra il sacro e il misterico, costante nei tuoi scritti "sapienziali".
Molto bella!
Ciao
Axel

il 13/09/2002 alle 12:52

Di questa figura, che tratteggi così nitidamente nei suoi peculiari connotati, mi piace soprattutto quello "...sguardo rapido e guizzante/come onda d'un mare/chiaro...". Bellissima immagine, degna conclusione di una poesia pacata e profonda.
Ciao E.
Max

il 13/09/2002 alle 13:02

...sono davvero strane le carte...ed io continuo a non capire...possibile che sia solo la descrizione di un "tarocco"?...mmmm...dubito...questa sembra proprio la tua autobiografia...non manca nulla...c'è anche la tua "immagine astrale" riflessa...nel suo volto...
...si carissimo amico, malgrado le ombre degli eventi...chi ama attende un'alba chiara...
...molto bella nemo...davvero molto bella...
...un bacio...simy

il 13/09/2002 alle 15:07

Grazie, Andrea.
Il simbolismo dell'Eremita è, per me, quella dell'iniziato sulla via della conoscenza.
Da qui, il lume.
Ciao.
E.

il 13/09/2002 alle 18:49

Caro Ax-El, come dicevo su, l'Eremita è la carta sì della solitudine, ma di quella iniziatica.
Dura, drammatica, buia.
La luce o la porti tu o nessuno te la dà.
Grazie.
E.

il 13/09/2002 alle 18:56

Cara Simy, ti rispondo.
E' così...., non è così,..... ma è così,...... ma non è così.
Vorrei fosse così,...... non posso che sia così........,
dovrei essere così......?
Vorrei tanto che fossi io quell'uomo saggio che si avvia sul cammino della conoscenza rischiarato dalla Luce della Sapienza e alla fine del terreno viaggio trovare Una Sola e Unica Sedes Sapientiae incarnata.
Ma: lo sono per davvero? Posso esserlo? dovrei esserlo? e se dopo questa immane fatica mi ritrovo solo? e se Lei non c'è, non ci sta, non vuole, non può, non se la sente, rinuncia, si sottrae, sfugge, si nega?
Ha un senso proseguire? vivere? operare?
Per fare il tre ci vuole 1+1+1. E l'Eremita è 3 volte 3.
N.

il 13/09/2002 alle 19:02

Grazie, Max.
Dopo un viaggio tempestoso, c'è bisogno d'un faro per ritrovare la strada di un porto nel quale sostare per poi ripartire.
Magari non più da soli.
Ancora un grazie.
Ernesto

il 13/09/2002 alle 19:07

Grazie, Nero.
Si. La stesura è stata complessa e mi sono lasciato le carte più difficili.
"Carte" nel senso di sito ove è posta un'effige sacra.
Mi spiace solo di non saper unire le mie conoscenze a quelle più marcatamente astrologiche che ignoro.
Come vedi, non sono un homo......sapiens!
La più difficile (il Matto) la scriverò per ultima.
Ciao.
N.

il 13/09/2002 alle 19:10