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Pubblicata il 10/03/2010
Strani Arabeschi, Lungo i Confini dell'Ombra

(Non ha senso il quando,)

Ha impronte di neve,
la conca fragile
della memoria, attutita
nella tempesta immobile,
dove ha vortici il dolore
e il nebbioso vertice
punta al tempo svanito.

(è esile il dove,)

Difficili sentenze,
per le sfigurate icone
della ragione al limite,
le cause incomprese
sono fiori di sabbia
in balia d'onde viziose,
dalla carezza assassina.

(uccide il forse,)

Le campane stremate
hanno rintocchi
d'inverno.

(senza un perché)
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è vero quello che dici, la memoria è fragile, il dolore ottunde, difficile arrivare alla verità, il rischio è impantanarsi, di creare fiori di sabbia, onde dalla carezza assassina, ma che altro possiamo fare per capirci e capire se non porci domande facendo appello anche alla memoria oltre che ad altro, forse ai nostri sensi interni, forse all'intuizione? Rimane un monito il tuo che è una scudisciata...un caro saluto

il 10/03/2010 alle 18:21

Questa volta mi sono soffermata sull'incipit ed è vero che quel che uccide è proprio il forse che non vuole essere un si, non un no deciso, ma non dà nessuna speranza.
Particolari quei fiori di sabbia dalla carezza assassina e le campane dai rintocchi d'inverno.
Plausi per te.

Un abbraccio, helan

il 10/03/2010 alle 18:46

Bellissima poesia suggestiva e musicale.
E' vero : il forse uccide senza un perchè ma nel forse puoi trovare ancora una traccia di speranza.
E allora il quando ed il dove possono sembrare ancora nelle tue mani.
Ciao
Gilella

il 10/03/2010 alle 22:40

mi coinvolge in modo particolare e quindi non riesco proprio a mettermi da un punto di vista neutro.
E' quel "forse" che rende insensi il dove e il quando.Senza certezze nulla ha senso, ci si smarrisce ,si è come sospesi in un limbo dove neanche il dolore ha vera patria ,dove il tempo e il dove non hanno alcun significato .
E' molto bella questa tua poesia e noto un tuo progressivo "rasserenarti" :le parole si fanno sempre più "morbide" e avverto una maggiore armonia ,un maggiore equilibrio tra il contenuto e la forma.Come se dopo una grande bufera d'anima ti ponessi dal di fuori a osservarti.
Sono meno "graffianti" i tuoi versi ma forse più incisivi.Almeno per me è così.
un abbraccio eoskarma

il 10/03/2010 alle 22:44

unique, forever!!!

il 10/03/2010 alle 23:55

grazie per il tuo commento prezioso, che approfondisce e cerca soluzioni alle problematiche esposte.
Giustamente rimane tutto sempre un punto di partenza, dopo la riflessione, anche dolorosa e apaprentemnte statica e distruttiva, nella dinamica di questo universo in perfetto equilibrio fra ordine e caos, verso la propria meta.
Un caro saluto e buona giornata!
Axel

il 11/03/2010 alle 08:50

sempre grato della tua presenza e dei riflessi dei miei versi che fai brillare nelle tue parole.
un abbraccio
Ax

il 11/03/2010 alle 08:51

giuste considerazioni, carissima...
Il Tutto è sempre in divenire...
Un caro saluto.
Axel

il 11/03/2010 alle 08:52

grazie per tutte le preziose considerazioni che fai, non ultime quelle dello stile, che in me è vario in funzione del momento e di ciò che mi ispira.
Lieto che sia in questo caso più incisivo.
E' vero che la sospensione del "forse" è il nucleo su cui ruota tutto il resto, il "quando" e il "dove", che diventano sostanza solo nella certezza...
Il resto... è sogno.
Un abbraccio e grazie per la tua ricerca in sintonia...
Axel

il 11/03/2010 alle 08:56

Grazie carissimo! :-)
Buona giornata!
Ax

il 11/03/2010 alle 08:57

interessante il tuo stile da sismografo e in questa ha pause e ritorni che mi prendono di più, bravo da rich

il 12/03/2010 alle 18:15

grazie per il commento, stile d sismografo mi mancava...
un caro saluto
Axel

il 13/03/2010 alle 08:07