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Pubblicata il 07/03/2010
le mie guance sono
panni fradici d'ascolto
per questo chincagliare d'astri
che stanotte è il cielo

ma ci inseguono mondi palustri
acquitrini di troppe voci
a smarrirci i giorni

che il mio poetare
t'incida il costato
di rosse nubi

e il giorno esploda
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un'operazione al costato cruda per una dolce poetessa dalle guance lacrimate, ha un bel suono e il chincagliare d'astri e quella palude centrale sono notevoli

il 08/03/2010 alle 00:11

Sembra una languida e sofferta preghiera all'altissimo,
tu in lacrime violente
e nel cielo incendi a divampare.

Mia divina...
mi lasci semre senza parole.
Inadeguata mi sento a renderti omaggio.

Tua affezionata.

il 08/03/2010 alle 00:49

Bello l' inizio.....e.....bellissima la fine. Complimenti e saluti.

il 08/03/2010 alle 01:16

una poesia d'amore eroica....e quegli acquitrini, che sono, che sono......

il 08/03/2010 alle 08:21

Grazie, mia cara!
Non sono lacrime di disperazione ma un varco verso l'emozione.
(mi sto facendo venire il diabete da sola...)

Un abbraccio
Elena

il 08/03/2010 alle 08:37

Tutt'altro che inadeguata, sorella.
Il tuo supporto è sempre corroborante.
Grazie!!!

Tua affezionata

Elena

il 08/03/2010 alle 08:39

Grazie dei complimenti!

I margini di un componimento ne delineano la sagoma. Sono importanti per me...

Un saluto

Elena

il 08/03/2010 alle 08:40

Il monodo che ristagna e vocifera...
Ma noi guardiamo verso gli astri, agganciamo nuvole rosse e contempliamo il giorno esplodere...!

Eterna fuga dalla realtà, ma non sempre basta...

il 08/03/2010 alle 08:55