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Pubblicata il 04/03/2010
Chopin al piano in piovose notti invernali,
quando il mondo fuori rovescia la sua ira
io nella mia stanza imbavaglio con nastri scarlatti
tutti i muscoli che vorrei tesi nello spasimo
come lunghi gigli dalla corolla mancanti
fiori impalati che resistono al vento...

Vorrei le lacrime non cadessero così copiose sugli specchi
a moltiplicare l'immagine di questo mio corpo sofferto
consumato dentro dal rovinoso desiderio di volare
in assenza di luce e aria...

Chopin al piano ora così struggente,
simile allo sbattere furioso d'una farfalla esausta
dalle imbavagliate ali
come terribili gigli dalle corolle mancanti
fiori impalati che resistono al vento...

Vorrei che questo mio corpo sofferto non crollasse adesso
riverso su un freddo pavimento
esausto del furioso sbattere d'imbavagliate ali
dentro sinfonie crudeli, funeree marce
dal cuore cattivo.
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Come schegge di specchi infranti, i tuoi versi riflettono i mille tormenti che la magica chiave della musica struggente amplifica e incatena la tua anima sofferente e solitaria, che cerca il suo sacrificio per uscire dalla crisalide e aprire ali nuove, di farfalla... non più incatenata al tempo e allo spazio.
Parole che nel loro contrasto, sono estremamente VIVE!

Un abbraccio forte
Axel

il 04/03/2010 alle 18:23

Grazie.
La musica è eterna consolazione.
Come lo sono le parole.
Il loro fluire lento dentro di me.
Attraverso di me.

In realtà questa l'ho scritta 10 volte prima di pubblicarla.
E ancora c'è qualcosa che non mi convince.
Sono una perfezionista...ahimé.

il 04/03/2010 alle 19:34

tremenda ricerca di una libertà intravista da una soffocante prospettiva..e quei fiori mutilati e impalati come se avessero perso il loro significato di dolcezza...è un'imagine che mi è piaciuta molto..
lancinante d'altra parte come un accordo in Sib minore:)

complimenti ancora!

il 04/03/2010 alle 20:03

La furia e la dolce violenza della musica hanno dettato all'animo mio quelle immagini.
Grazie del tuo passaggio.
Mai banale.

il 04/03/2010 alle 21:59

crollare adesso x me sarebbe una liberazione
le lacrime cadono copiose, nessuna forza x fermarle
gli specchi sono impalati come cristalli in fiore
la sonata è terminata, finalmente

smack
liz

il 05/03/2010 alle 17:07

l'associazione dello stato d'animo con la musica di Chopin, quasi una cronaca, la trovo veramente originale...è bella perchè parla di una lotta interiore

il 06/03/2010 alle 18:58

Ti ringrazio.
Mi pare tu abbia colto assai bene quello di cui volevo parlare.
Le mie lotte interiori.
La mia anima è sempre un paese in guerra.
La sinfonia, la sua colonna sonora.

il 06/03/2010 alle 20:38

Lacrime come proiettili imapazziti.
Una guerra si combatte.
Per tutta la durata della sinfonia.
La fine lascia spossati, piangenti, a terra.
E liberi, forse.

Bacio, mia carissima.
Dem

il 06/03/2010 alle 20:40

.. e liberi finalmente...

smack mia divina
liz

il 07/03/2010 alle 11:20