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Pubblicata il 24/02/2010
non capace di salti immaginativi
assai precoce invero di sofismi
spasimo nell'aere giocondo, lì affondo
affrontando un dragone di stentorea opacità
un blocco di sale squassato nello spazio
un brodo calmo e vivo e freddo
insomma ci sprofondo vado giù o su è lo stesso
e spesso scosto a lato vanità e sogno
rido di me e stramazzo al suolo
mi consolo con il suono che mai m'esce puro
mescita canora di intrugli velenosi
acqua lete per placare la mia sete.
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