Ogni costrutto è così meravigliosamente soggettivo. Viviamo in mondi paralleli, in tante bolle di sapone, su isole separate da miglia e miglia di sostanza idrica. Il contatto è un'illusione.
riflessione ammaliante e preoccupante allo stesso tempo.
belle le bolle. ma sono tutte balle?
Sai che ho il vizio dell'autenticità. Più difficile è comunicarla. Non so se sia più difettoso il processo di codifica o quello di decodifica. Tu che dici?
Sulla tua autenticità non ci sono dubbi. E' elegante ed anche sexy. Vedi le tue poesie.
Sulla codifica/decodifica si dovrebbe forse smettere di tenere i due momenti separati ed intenderli come un tutt'uno. Sarebbe molto più autentico anche questo. Non credi?
Certo. Questo è implicito in ogni processo inteattivo. Interdipendiamo per natura, ma i nostri universi di significati non si sovrappongono mai completamente.
Ma forse talvolta in parte accade... Non credi?
Esiste però l'assoluto. Non dura, ma esiste. Trasfigurazioni, sublimazioni, identificazioni. Anche in negativo: ostentazioni, degenerazioni, aberrazioni. Poi si tende al riequilibrio e si torna con i piedi per Terra. Non credi?
L'assoluto implica sempre una certa dose di fede. Io in quanto animale istintivo e passionale purtroppo o per fortuna ne ho in abbondanza. L'idealizzazione, poi, è un processo altamente poetico ed in quanto tale dotato di dignità ontologica. Si sconfina nel campo dell'arte e ciò è solo un bene. Non sempre serve avere i piedi per terra.
Io esagero con le idealizzazioni e scarseggio con la fede, almeno quella classica. Credo che la poesia sia la mia maniera di esprimere spiritualità, anche con i temi più prosaici. C'è pure l'ascolto della musica. I piedi per terra e la testa fra le nuvole sono spiegati dalle linee particolari della mia mano.