Pesante.
Più di una montagna di peccati.
Gelido.
Da spezzare il fiato alla morte.
Lacerante.
Come un tornado di sciabole.
Poi un silenzio innaturale.
Il respiro entra ed esce schiumando
da un ghigno troppo rosso.
I sensi sulle palpebre premono.
Tra poco si perderanno nell’oblio.
Il tempo di guardare la vita scappare.
Il sussurro che incita a tener duro
ha un vago timbro angelico ed io
non credo di meritare il paradiso.
Tintinnando rotola il piombo
nel vassoio forgiato dalla luna.
E forse ancora lontana è la notte.
Tu no.
Tu sei più vicina che mai.
SabyGRIZZLY 2010