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Pubblicata il 18/02/2010
Sul velluto nero della notte,
finalmente serena,
trapunto da poche pallide stelle,
una piccola luce
sale verso il cielo
illuminando una sottile scia di fumo grigio
che forma uno stelo delicato.

Esplode in alto,
sbocciando un coloratissimo
fiore di fuoco
rosso,
verde,
dorato.

Fiore effimero,
di pochi secondi,
che si spegne e svanisce.

Dura poco lo spettacolo dei fuochi,
troppo costoso probabilmente
per la piccola festa di paese.
Ma sono belli,
fantasmagoriche esplosioni di luce e colori.

Li guardo e mi rendo conto
che ho perso la magia,
la meraviglia
degli occhi di un bambino.
L'ho persa,
smarrita.
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fiore di fuoco, fiore effimero che però ti ha fatto sentire il rimpianto dell'innocenza perduta, dello stupore del fanciullino che non ritrovi più...bella e come al solito triste..non ti smentisci mai Amico Mio.

il 18/02/2010 alle 14:04

no ,non l'hai persa la "magia" ,l'hai fermata nei versi delle prime 2 strofe.
bella ,mi piace. Anche la malinconia del disincanto che esprimi dopo.
un saluto eoskarma

il 18/02/2010 alle 14:10

fuochi d'incanto ,se ne conserva la magia per sempre nei ricordi ,bravissimo VITTO,un grande abbraccio cate

il 18/02/2010 alle 22:02

Se sei riuscito a cogliere la bellezza di quell'artificio in fondo tanto simile a un naturalissimo fiore non hai perso quegli occhi.
Le prime 3 strofe sono davvero affascinanti e pulsanti di calore come il fuoco che descrivono.

il 18/02/2010 alle 23:34

Ti è mai capitata questa esperienza che è quasi un deja vu, un qualcosa che hai già visto/sperimentato nel passato, e ti accorgi che l'esperienza che vivi è diversa, perchè tu sei diverso... sei cambiato.
Te ne rendi conto, e non è necessariamente una considerazione negativa o triste, è solo un rendersi conto che si è cambiati. Qualcosa si è perso, qualcosa si è guadagnato... dipende dai casi. Ciao e grazie
Solo

il 21/02/2010 alle 17:01