Antiche salme di lunari spenti, ditemi
Come sono le acque passata la tempesta?
Quando, lontano dalla conoscibilità dei mondi
Nelle larghe placide distese qualche mostro imputridisce
E i sole tiranno, tirando e squassando il filo dei tropici
Svapora gli inspiegabili archi di marmo in spettri di sogno
Mentre schivando le carcasse di legno e i violini
Grossi pesci gatto mormorano per poi sparire
Sotto e in mezzo agli odori strani che là si levano
Cacciando per ogni anfratto affranto la loro nenia
Là, si è detto per millenni, non può che giacere
Il vostro dio, o antiche salme di lunari spenti