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Pubblicata il 11/09/2002
Antiche salme di lunari spenti, ditemi
Come sono le acque passata la tempesta?

Quando, lontano dalla conoscibilità dei mondi
Nelle larghe placide distese qualche mostro imputridisce

E i sole tiranno, tirando e squassando il filo dei tropici
Svapora gli inspiegabili archi di marmo in spettri di sogno

Mentre schivando le carcasse di legno e i violini
Grossi pesci gatto mormorano per poi sparire

Sotto e in mezzo agli odori strani che là si levano
Cacciando per ogni anfratto affranto la loro nenia

Là, si è detto per millenni, non può che giacere
Il vostro dio, o antiche salme di lunari spenti
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