Mi carezzi il viso
mi inondi il petto
fuoco amico
impetuoso conforto
di serate opache.
Quasi ti venero
mi piego a goderti
e dimentico…
Calda la coltre
delle tue fiamme
lingue vive e suadenti
che cercano il volo
catturate nell’aria.
Sinuose, le osservo
in morbida ascesa
unirsi in abbracci
poi sciogliersi libere
e danzare vezzose
come sirene ammalianti.
Chiudo gli occhi
e non penso…
mi scrollo di dosso
come polvere fine
le ore sbiadite
e corse insensate
e grida smorzate.
Spengo ogni barlume
di tedio e patemi
vischiosa scia
di pensieri informi…
grigie nubi opprimenti.
Lascio lontani
oltre la soglia
gli oscuri perché
e le risposte
ferme a mezz’aria.
Mi riempio, mi sazio di te
del tuo molle tremore
languido amante serale
che al buio mi lambisci
e bruci ancora…