In questo non giorno
adagiata su un sonno illusorio
posseduta da un sordo sentire
ti trascini in trastulli e rituali.
Il presente non lo avverti,
non ti tocca,
non ti scolora i pensieri.
Porti il peso di un cavallo, sfinito
dalla voglia di correre e correre…
La prateria è troppo vuota
per una fuga di pochi passi,
è troppo vasta e uguale
per ritrovare il ritorno,
troppo ricca
per pochi sorsi d’acqua.
E nella distesa ondulata,
implacabile, il sole
intreccia i suoi giochi
con le ombre dei vinti…
E se torni a ritroso
appena le tracce sbiadite ritrovi,
non ancora rimosse
dal soffio possente
del re dell’oblio…
il silenzio.