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Pubblicata il 09/01/2010
E tra le scialbe illusioni
una cascata di verbi;
andare, tornare, considerare
essere, volere, parlare,
capire, mentire, dovere.
Questo gioco aveva leso
il diario di bordo, fascicolo
in memoria di un più alto
atterraggio.
La rudezza delle pietre e il vaticinio
di un'orchestra di consonanti,
hanno tuonato come un ponte
percussore, oltre cui s'assesta
il brivido della fosca Semele.
E io non mi arrampico più per
le frasche inesatte, guardate a vista
da portinai sbronzi, e con la lingua
impelagata in discorsi d'etichetta.
No; offro al baratro di questa pendola,
le ciglia derise da compratori di sciabole
coperte.
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un grumo scioglie
arsura leva
scuote le fonde
ma non ti spezza
perchè riempie le falde

dal cielo alla terra ritorna l'acqua,nella tristezza e nella rabbia il pianto è compagnia,un abbraccio mai stanco ,ciao fra,cate

il 09/01/2010 alle 12:49
Jul

Bellissima la chiusa!
Ciao

il 09/01/2010 alle 12:49