Poesia dettata dal cuore, aperto alla considerazione della triste condizione di quanti (penso ai barboni, ai diseredati, agli immigrati spersi, ai deboli e sofferenti, ma anche a chi versa in solitudine esistenziale "tuot court") "...col cuore caldo foderato di smeraldo..." sono esposti a piogge d'anni. Immagini coinvolgenti dipinte con un'anima sensibile e uno stile nel ritmo che in questo caso sceglie consapevolmente la rima, a sottolineare e dare enfasi ad ogni coppia di versi.
"Bellissima" poesia della desolazione, in un mondo che corre troppo in fretta, disseminando troppe vittime!
Un caro saluto Blue.
Max
La tua poesia ruota intorno alla tua cifra, considerazioni sulla vita, sull'effimero sperare, su risposte inaccessibili o non date, sul vuoto dell'essere...
"Tra mondi artificiali
di giorni normali,
pieni di vuota felicità,"
Immagine che caratterizza il tuo dire...
(curioso come la successiva strofa sui treni mi ricordi la poesia che mi hai commentato...)
Ciao
Axel
Hai dato superbamente voce a quei "solitari" che ambiscono a rimanere tali.
" col cuore foderato di smeraldo"...
un verso bellissimo che rende l'idea della lucentezza e la chiarezza del loro stato d'animo.
Mi piace...
Complimenti blue!
;-)
M'
In linea col tuo commento...
soprattutto nella considerazione della molteplicità dei "solitari"...come condizione fisica ma soprattutto esistenziale.
Solo una cosa...inevitabile l'accenno di "poesia della desolazione", ma non vi vedo quella tristezza che ne cogli.
Credo più che altro sia l'altra faccia della medaglia...di coloro che hanno ricevuto la maledizione e il dono insieme di quel cuore "caldo"...di quel saper sentire "la gioia e la tristezza infinita" ( ricordi? ) nascosta in ogni cosa...
Il vuoto è fuori, rifiutato, ma anche triste attrazione.
Le parole iniziali non appartengono ai solitari : sono il mondo in cui essi camminano.
Sono il mondo da cui si differenziano, e nella loro estrema sensibilità...ascoltano il cuore dell'essere, e pagano prezzo di solitudine.
Per la strofa dei treni, non ci crederai, ma questa l'avevo scritta prima ancora di mandarla sul sito...quindi anche per me è stato curioso ritrovare quell'immagine nella tua di ieri, per quanto profondamente diverse.
Un caro saluto
A specchio, Nero:
guardando riflessa la mia nella tua immagine,
m'è tornata in mente la scena del treno
( che nella mia era più generale )...
e quegli sguardi che tu ora descrivi.
Trovati nei miei (pochi) viaggi...
altro frammento raccolto.
Grazie,
sono contento che ti sia piaciuta...
e che ti sian rimaste delle immagini nel cuore.
Grazie Pirata...
è poesia a più voci e più immagini...
a più frammenti d'esistenze che si riuniscono in un certo qual colore sfumato che li distingue.
Inserisco, per chi non l'abbia letta, la traduzione di di una poesia di Renee Vivien...di cui mi son ricordato dopo aver rivisto la mia poesia.
Per quanto diversa, va in parallelo, e rende con altre immagini lo stesso colore.
Coloro che hanno per mantello lenzuoli funerari
provano la voluttà divina di essere solitari.
La loro castità ha pena dell'ebbrezza delle coppie
della stretta di mano, dei passi dal ritmo lieve.
Coloro che nascondono la fronte nei lenzuoli funerari
sanno la voluttà divina di essere solitari.
Contemplano l'aurora e l'aspetto della vita
senza orrore, e chi li compatisce prova invidia.
Coloro che cercano la pace della sera e dei lenzuoli funerari
conoscono la spaventosa ebbrezza di essere solitari.
Sono i beneamati della sera e del mistero.
Ascoltano nascere le rose sottoterra
e percepiscono l'eco dei colori, il riflesso
dei suoni...Si muovono in un'atmosfera grigio-viola.
Gustano il sapore del vento e della notte,
hanno occhi più belli delle torce funerarie.
Mi è piaciuta aprecchio spero di leggere ancora belle cose da te, baci ester
Non so perchè, ma sul mio account non era risultato il tuo commento e l'ho trovato solo ora x cui rispondo con un pò di ritardo...
Ti ringrazio !
Un abbraccio