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Pubblicata il 10/09/2002
Tra mondi artificiali
di giorni normali,
pieni di vuota felicità,
approdi d'ultima città,
tra smarriti sguardi
s'attendono tardi
treni che arriveranno
in paradisi d'inganno.
Di vite derubate,
ombre celate
di sensi scacciati invano.
Vanno i solitari, lontano...
col purpureo cuore caldo
foderato di smeraldo,
a piogge d'anni esposti
senza coprirsi, nascosti
contemplano corone
con triste attrazione,
imperi caduti,
di diamante muti
nei fiumi addormentati
dal tempo abbandonati.
Alla ricerca senza fine,
in boschi d'illusioni divine,
ascoltano il suo passar lento
e d'ali si perdono nel vento.
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Poesia dettata dal cuore, aperto alla considerazione della triste condizione di quanti (penso ai barboni, ai diseredati, agli immigrati spersi, ai deboli e sofferenti, ma anche a chi versa in solitudine esistenziale "tuot court") "...col cuore caldo foderato di smeraldo..." sono esposti a piogge d'anni. Immagini coinvolgenti dipinte con un'anima sensibile e uno stile nel ritmo che in questo caso sceglie consapevolmente la rima, a sottolineare e dare enfasi ad ogni coppia di versi.
"Bellissima" poesia della desolazione, in un mondo che corre troppo in fretta, disseminando troppe vittime!
Un caro saluto Blue.
Max

il 10/09/2002 alle 12:11

La tua poesia ruota intorno alla tua cifra, considerazioni sulla vita, sull'effimero sperare, su risposte inaccessibili o non date, sul vuoto dell'essere...
"Tra mondi artificiali
di giorni normali,
pieni di vuota felicità,"
Immagine che caratterizza il tuo dire...
(curioso come la successiva strofa sui treni mi ricordi la poesia che mi hai commentato...)
Ciao
Axel

il 10/09/2002 alle 12:15

Hai dato superbamente voce a quei "solitari" che ambiscono a rimanere tali.
" col cuore foderato di smeraldo"...
un verso bellissimo che rende l'idea della lucentezza e la chiarezza del loro stato d'animo.
Mi piace...
Complimenti blue!

;-)
M'

il 10/09/2002 alle 18:47

In linea col tuo commento...
soprattutto nella considerazione della molteplicità dei "solitari"...come condizione fisica ma soprattutto esistenziale.
Solo una cosa...inevitabile l'accenno di "poesia della desolazione", ma non vi vedo quella tristezza che ne cogli.
Credo più che altro sia l'altra faccia della medaglia...di coloro che hanno ricevuto la maledizione e il dono insieme di quel cuore "caldo"...di quel saper sentire "la gioia e la tristezza infinita" ( ricordi? ) nascosta in ogni cosa...

il 10/09/2002 alle 18:58

Il vuoto è fuori, rifiutato, ma anche triste attrazione.
Le parole iniziali non appartengono ai solitari : sono il mondo in cui essi camminano.
Sono il mondo da cui si differenziano, e nella loro estrema sensibilità...ascoltano il cuore dell'essere, e pagano prezzo di solitudine.
Per la strofa dei treni, non ci crederai, ma questa l'avevo scritta prima ancora di mandarla sul sito...quindi anche per me è stato curioso ritrovare quell'immagine nella tua di ieri, per quanto profondamente diverse.
Un caro saluto

il 10/09/2002 alle 19:05

A specchio, Nero:
guardando riflessa la mia nella tua immagine,
m'è tornata in mente la scena del treno
( che nella mia era più generale )...
e quegli sguardi che tu ora descrivi.
Trovati nei miei (pochi) viaggi...
altro frammento raccolto.

il 10/09/2002 alle 19:13

Grazie,
sono contento che ti sia piaciuta...
e che ti sian rimaste delle immagini nel cuore.

il 10/09/2002 alle 19:19

Grazie Pirata...
è poesia a più voci e più immagini...
a più frammenti d'esistenze che si riuniscono in un certo qual colore sfumato che li distingue.

il 10/09/2002 alle 19:25

Inserisco, per chi non l'abbia letta, la traduzione di di una poesia di Renee Vivien...di cui mi son ricordato dopo aver rivisto la mia poesia.
Per quanto diversa, va in parallelo, e rende con altre immagini lo stesso colore.

Coloro che hanno per mantello lenzuoli funerari
provano la voluttà divina di essere solitari.
La loro castità ha pena dell'ebbrezza delle coppie
della stretta di mano, dei passi dal ritmo lieve.
Coloro che nascondono la fronte nei lenzuoli funerari
sanno la voluttà divina di essere solitari.
Contemplano l'aurora e l'aspetto della vita
senza orrore, e chi li compatisce prova invidia.
Coloro che cercano la pace della sera e dei lenzuoli funerari
conoscono la spaventosa ebbrezza di essere solitari.
Sono i beneamati della sera e del mistero.
Ascoltano nascere le rose sottoterra
e percepiscono l'eco dei colori, il riflesso
dei suoni...Si muovono in un'atmosfera grigio-viola.
Gustano il sapore del vento e della notte,
hanno occhi più belli delle torce funerarie.

il 10/09/2002 alle 19:33

Mi è piaciuta aprecchio spero di leggere ancora belle cose da te, baci ester

il 19/09/2002 alle 21:27

Non so perchè, ma sul mio account non era risultato il tuo commento e l'ho trovato solo ora x cui rispondo con un pò di ritardo...
Ti ringrazio !
Un abbraccio

il 22/09/2002 alle 23:54