L'imperativo futuro, sicuramente.
Sempre e solo l'imperativo futuro.
Non credi?
Un saluto giappico
Elena
ma dimmi, o fanciulla danzante, come si comporta la tua onee-san? quando potrai lasciare l'okiya per tornare dal tuo danna? ed il sendokai, è soddisfacente?
Cherie, l'oneesan sono IO!!! Ed ho una certa liberta' di movimento fuori e dentro l'okiya.
Il mio danna lo sceglierei con cura se ritenessi avesse un senso averne uno.
Quali sono i tuoi averi? Tu cosa puoi offrire a una oneesan cosi' istruita e avvenente?
Potrei valutare la tua candidatura...
Sayonara.
Elena
Atte jigoku nakute gokuraku.
Per gli altri, non certo per te: "Possedendo, l’inferno; non possedendo, il paradiso."
Ho un piccolo orticello sul lato di una collina rivolta a ponente, una zappa, poche galline, un vestito da lavoro ed uno per la domenica ed i funerali. Ma possiedo uno spillo che potrebbe sgonfiarti quando esageri, ed ottimi polmoni per quando sei troppo giù.
Che ne dici, basta?
Il paradiso potrebbe che mi offri potrebbe davvero essere un'istigazione al masiochismo implicito in ogni relazione. In fin dei conti ogni atto masochistico ha un risvolto edonistico...
Ma non so... non so... c'e' anche un imperativo futuro, un imperativo futuro...
carissima, sarà l'uso frequente del giappo parlato, oltre alla violenza grafica dei katakana, ma mi pare che si stia rovinando l'usuale cristallinità del tuo scrivere.
nell'imperativo futuro del verbo essere c'è pure la prima persona singolare. siorò. ti giuro. te lo giuro.
E comunque, in sato di sobrieta', sioro' mi perplime alquanto...
(scusa per l'accento apostrofico, ma qui c'e' solo quello...)
"sato" come takuma sato, oppure hoshi sato?
siorò più bravo, siorò più buono... suona bene... mi pare che renda perfettamente il senso dell'imperativo futuro prima persona singolare.
tutta la mia solidarietà per il sake e gli apostrofi. ma che giorno è oggi in giappone? il 357 del mese di shiwasu?
Una cremazione potrebbe risolvere qualche piccolo particolare...Bacione
ma no, il divertimento sta proprio nel foraggiare i bigattini, molto più simpatici di tanti umanoidi.