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Pubblicata il 22/12/2009
Dalla foresta nessun richiamo
per il coyote servitore.
Non è del branco la sua propensione
alle solitudini in pianura.
Cammina alluvionando i passi
con latrati di rancore, senza cedere
di un metro, e con la coda
già marcata.

Gli inverni afferrati coi denti,
lo trasportano lontano, oltre laghi
di conquiste di nuovo asciutte,
dove rotolano germi di femmine
troppo amate.
Vorrebbe essere lepre, ammette
con rinuncia, benché col sole che si
scuce, ritrova più alterne emozioni,
che ne smussano la pelliccia.

Forse le candele del suo eremitaggio,
una sera si spegneranno da sole, oppure in
comunione con dei randagi appisolati,
rinuncerà al confetto messo in
bocca dai pellegrini.
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