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Pubblicata il 15/12/2009
La mente sprofonda
in un abisso di tenebre
e il dolore uccide
ciò che ancora era integro.

Accasciata a terra
il corpo piegato
la testa reclinata
il respiro attonito.

Nessuna speranza è rimasta
nessuna vita nei tuoi occhi
anche se la morte non ti ha ancora carpita
la tua anima è perennemente ferita.

Tanti i giorni di agonia,
ma le immagini del sangue sparso
da quel tiranno crudele
danno la forza di non parlare.

Sete e fame, ferite e violenza
nell’amicizia e nella lealtà
si trova il coraggio
ma la disperazione permane.

Costretti a guardare
il dolore di chi si ama
più di un coltello nella carne
è terribile il tormento del cuore.

Il fisico spossato
le forze perdute
le torture patite
le umiliazioni subite.

A terra con gli occhi serrati
le lacrime che feriscono
per non sentire, per non vedere
quel tormento che pare eterno.

Lo vedi legato ad un tavolo
le sue ossa spezzate
le sue urla straziate:
“non posso cedere, davvero”.

I suoi occhi oramai lontani
ti implorano di non tradire
scuote debolmente la testa
alla tua sconfitta espressione.

Ti rifiuti ancora
mentre vorresti solo svenire
gli Dei supplichi di farlo morire
perché non debba più soffrire.

La rabbia del tiranno
s’appresta a scoppiare
la sua ira fredda e dura
fa tremare il tuo cuore.

Ad un cenno del suo mago
un enorme fuoco appare
il giovane legato e morente
lo guarda con terrore.

Tu ragazza, tenti di alzarsi
ma è troppa la debolezza
tendi straziata una mano
le tue labbra gridano il suo nome.

Eterni secondi di pazzia
il suo corpo tra le fiamme
che si contorce nel dolore
un inumano urlo di agonia
che scuote e paralizza il tuo cuore.

I singhiozzi tagliano il silenzio
i tuoi capelli toccano il pavimento
il sangue delle tue ferite
il tuo tormento pare nulla oramai.

La sua morte ha spezzato l’ultimo anello
ti accasci a terra distrutta
mentre il tiranno si avvicina
lo osservi fredda, rassegnata al tuo destino.

Ti solleva ghignando
accarezza i tuoi capelli
bagnati di sangue e sudore
ti accarezza una guancia pallida.

Gli occhi spalancati
lo sguardo orripilato
sai cosa vuole fare:
“non di nuovo, ti imploro”.

Le lacrime scorrono amare
le tue suppliche cadono invano
le tue richieste di pietà inascoltate
del tuo disgusto si vuole cibare.

Momenti di disperazione, ogni cosa è vana
sanguinano le tue labbra al suo bacio crudele
trema il tuo corpo al futuro accadere:
“oh Dei vi prego concedetemi di morire”.

La tua preghiera cade nel buio
niente potrà cambiare il tuo futuro
per quel mostro neppure uomo
che nell’altrui dolore trova il suo piacere.

I tuoi pensieri volano
mentre ti trascina al tavolo
la mente cerca di sprofondare
polsi e caviglie legati per poter giocare.

Cosa può fare l’essere umano
se nella sua anima alberga l’odio,
se non brama altro che di conquistare
il potere ucciderà il suo cuore.

Incapace di amare e di essere amato
da tutti solo temuto e da nessuno stimato
dispensa dolore per poter provare piacere
perché davvero non sa cosa significhi vivere.

Non può capire l’amicizia e la lealtà
la sua forza si basa sulla paura
non sa comprendere il tanto resistere
di coloro che ha a lungo torturato.

Tutto ciò che hanno preferito subire
pur di non tradire i loro compagni,
con tutta la forza racchiusa nel loro cuore
hanno continuato sorreggendosi a vicenda.

Il loro coraggio perdura
sorge dal pensare che tanti amici
altrimenti sarebbero uccisi
sconfitta la speranza vani i sacrifici.

Ma un tale significato è da lui lontano
la sua ira è terribile e crudele
ora si vuole solo divertire
facendoti brutalmente soffrire.

Al termine del suo orribile gioco
trafigge il tuo cuore con un nero pugnale
osservando il tuo lento spegnersi
il caldo sangue sulla sua mano.

Immensa la sua rabbia
nel sentire le tue ultime parole,
ora che morente scivoli lontano
le tue labbra si schiudono piano:

“amico…fratello mio….sarò presto di nuovo con te…”
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mi fa piacere che ti ia piaciuta. Cmq tengo a precisare che è ispirata ad una mia storia e non a qualcosa di vero.

il 15/12/2009 alle 18:02

All'inizio pensavo che ti riferissi alla tortura di William Wallace, poi ho realizzato che era ben altro, sempre molto tragica e coinvolgente, fino al'ultimo verso.
Bravissima!
Un abbraccio
Ax

il 15/12/2009 alle 21:51

già poteva sembrare. No, è invenzione mia. amo molto le situazioni drammatiche. Mi fa piacere che ti sia piaciuta.

il 15/12/2009 alle 22:16

grazie davvero

il 15/12/2009 alle 23:27

una bella poesia dai contenuti tragici che nel suo sviluppo coinvolge in maniera commovente brava ciao mc

il 16/12/2009 alle 21:25

ti ringrazio

il 16/12/2009 alle 21:30

Una storia non vera dalla quale se ne percepisce vero dolore! Immensa! Sir Morris si complimenta!

il 25/12/2014 alle 10:39

grazie. mi fa piacere il tuo plauso

il 27/12/2014 alle 10:56