Grazie, Ily...purtroppo a volte occorre aprire la valvola di sfogo...
tvtb
Andrea.
In effetti il dolore, come tu dici, forgia, meglio questo che l'assenza di emozioni, "il buio nero".
Occorre ovviamente superare e sublimare l'esperienza.
Belle le immagini che hai usato per illustrare questa poesia...
Ciao
Axel
Penso che la sofferenza debba essere accolta per rigenerare e non per annichilire soltanto, caro Ego, e questa tua - quasi urlata e particolarmente volitiva, molto poetica - spero rappresenti stimolo per ritrovare luce e pace dell'anima.
Un caro saluto.
Max
...di una intensità sconvolgente...tanto da divenire "dolore" per chi legge...spero che sia stata "legata" da molta fantasia...e, cmq sia, il desiderio di "meglio bruciare che il buio nero" sta a dimostrare che il desiderio di cambiare c'è...te lo auguro di cuore...
...un bacio...simy
Grazie, Axel. Hai ragione il dolore serve...è una reazione che la nostra natura oppone ad eventi indesiderabili.
Ciao.
Andrea
Grazie, Max. Hai ragione: proprio per il motivo che tu sottolinei ho scritto questa poesia che vuole essere un interiore strumento di reazione. Io non cerco la serenità: emozioni e dolori sono fonti di energia creativa. Vorrei essere solo in grado di controllarle e convogliarle verso i fini che io ho scelto. In definitiva non voglio esserne vitttima.
Ciao.
Andrea.
Grazie, Simy. Hai ragione: è meglio il dolore della totale assenza di emozioni. Anche se a volte....
Ciao.
Andrea.
Poesia dura, Ego. Poesia del'egoismo.
Il dolore forgia e tempra.
L'acciaio, prima di essere quello che è, fonde e soffre (come materia).
Trasmutati in energia.
Non è semplice.
Laciatelo dire da chi è consapevole della sofferenza, delle sue cause e della sua rimozione.
A volte è proprio quella che non si vuole attuare per crogiolarsi nel dolore.
I motivi?
I più vari e non spetta all'uomo giudicare.
In gamba.
Bravo, comunque, per essere riuscito a trasmettre il tuo pensiero.
N.
Hai ragione, Ernesto. Crogiolarsi nel dolore è il rischio che si corre: il sangue ha un sapore dolciastro e leccarsi le ferite ha un chè di piacevole. Infatti questa poesia vuole essere un monito. Un 'automonito'. Il valore positivo del dolore sta nell'energia che scatena. E' un dono della natura, un segnale. Attento ! Qualcosa non va, ti dice. Ma come tutte le energie per essere utili deve essere controllata e confogliata. Alrimenti è spreco inutile.
Grazie. Le tue riflessioni sono sempre un ottimo spunto.
Ciao.
Andrea.
Grazie, Elena. In effetti gli accostamenti forti sono voluti: questa poesia vuole essere una reazione al dolore al quale troppo spesso si soggiace perchè sa di dolce.
Ciao.
Andrea.