PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 09/09/2002
Voglio soffiare
mantice
su questa fiamma
che m'avviluppa
ingrata
Voglio cullarmi
in questo letto
di spine
e del mio sangue
nutrire i dubbi
che mi schiaffeggiano
e si fan beffe
di mascolina scelta
e volitivi alterchi
Voglio incassare
questi nudi
pugni
nell'anima
e offrire il fianco
a scoprire nervi
nascosti
troppo
Voglio forgiare
quest'acciaio
crudo
in luttuosa fucina
Anelo fuoco
per i miei pensieri
Meglio bruciare
che il buio

nero
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Grazie, Ily...purtroppo a volte occorre aprire la valvola di sfogo...
tvtb
Andrea.

il 09/09/2002 alle 12:23

In effetti il dolore, come tu dici, forgia, meglio questo che l'assenza di emozioni, "il buio nero".
Occorre ovviamente superare e sublimare l'esperienza.
Belle le immagini che hai usato per illustrare questa poesia...
Ciao
Axel

il 09/09/2002 alle 12:43

Penso che la sofferenza debba essere accolta per rigenerare e non per annichilire soltanto, caro Ego, e questa tua - quasi urlata e particolarmente volitiva, molto poetica - spero rappresenti stimolo per ritrovare luce e pace dell'anima.
Un caro saluto.
Max

il 09/09/2002 alle 13:05

...di una intensità sconvolgente...tanto da divenire "dolore" per chi legge...spero che sia stata "legata" da molta fantasia...e, cmq sia, il desiderio di "meglio bruciare che il buio nero" sta a dimostrare che il desiderio di cambiare c'è...te lo auguro di cuore...
...un bacio...simy

il 09/09/2002 alle 14:40

Grazie, Axel. Hai ragione il dolore serve...è una reazione che la nostra natura oppone ad eventi indesiderabili.
Ciao.
Andrea

il 09/09/2002 alle 14:40

Grazie, Max. Hai ragione: proprio per il motivo che tu sottolinei ho scritto questa poesia che vuole essere un interiore strumento di reazione. Io non cerco la serenità: emozioni e dolori sono fonti di energia creativa. Vorrei essere solo in grado di controllarle e convogliarle verso i fini che io ho scelto. In definitiva non voglio esserne vitttima.
Ciao.
Andrea.

il 09/09/2002 alle 14:45

Grazie, Simy. Hai ragione: è meglio il dolore della totale assenza di emozioni. Anche se a volte....
Ciao.
Andrea.

il 09/09/2002 alle 14:51

Poesia dura, Ego. Poesia del'egoismo.
Il dolore forgia e tempra.
L'acciaio, prima di essere quello che è, fonde e soffre (come materia).
Trasmutati in energia.
Non è semplice.
Laciatelo dire da chi è consapevole della sofferenza, delle sue cause e della sua rimozione.
A volte è proprio quella che non si vuole attuare per crogiolarsi nel dolore.
I motivi?
I più vari e non spetta all'uomo giudicare.
In gamba.
Bravo, comunque, per essere riuscito a trasmettre il tuo pensiero.
N.

il 09/09/2002 alle 16:00

Hai ragione, Ernesto. Crogiolarsi nel dolore è il rischio che si corre: il sangue ha un sapore dolciastro e leccarsi le ferite ha un chè di piacevole. Infatti questa poesia vuole essere un monito. Un 'automonito'. Il valore positivo del dolore sta nell'energia che scatena. E' un dono della natura, un segnale. Attento ! Qualcosa non va, ti dice. Ma come tutte le energie per essere utili deve essere controllata e confogliata. Alrimenti è spreco inutile.
Grazie. Le tue riflessioni sono sempre un ottimo spunto.
Ciao.
Andrea.

il 09/09/2002 alle 16:11

Grazie, Elena. In effetti gli accostamenti forti sono voluti: questa poesia vuole essere una reazione al dolore al quale troppo spesso si soggiace perchè sa di dolce.
Ciao.
Andrea.

il 09/09/2002 alle 18:02

tu vuoi solo vivere in tempesta...Bella scelta!!

il 10/09/2002 alle 17:18