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Pubblicata il 10/12/2009
cosi parlo ad un corvo spettatore

nell'ultimo istante

del suo sogno misero

un piccolo pettirosso,

ero affamato

con il becco semi aperto

le piume striscianti

a ridosso di un fossato.

persino la neve

aveva disertato

quel prato,

non c'era un alito di vento.

trascinavo lamia vita

schiava della fame,

ogni sasso era pagnotta

ogni stilla di rugiada sorgente.

vaneggiavo

come fossi alla sua corte

tra lazzi e fischi

ridevo di me stesso.

misi a fuoco

una stella ad oriente

cosi calda nella notte

che il mio cuore si sfece

urlai ad ogni eco

fermatela

e rubai una rosa con il becco

per donargliela

volai

contro il cielo

con lo sguardo perso nell'incanto

della sua luce

ma le ore si persero

nelle brume

di una fastidiosa alba

solitario inciampai sulla spina

di quella rosa

ma non sentii dolore

avevo perso tutto

dietro un inutile amore.
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Ciao carissima Ariele,
è bellissima ,mi è piaciuta tanto!
un saluto Giuliana

il 10/12/2009 alle 13:39

Ma.... figlia del vento.
In questa poesia
"non c'era un alito di vento" ?
Possibile?
Scherzo
Piaciuta
Fabio

il 10/12/2009 alle 23:58

lo sguardo perso nell'incanto della sua luce,
ma che stupendi pensieri,penetrano l'anima.
complimenti,un salutone. marygiò

il 12/12/2009 alle 07:53