PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 09/12/2009
Occhi chiari, gelidi
piccoli intagli, aperti
sull’altrui debolezze,
scrutano dentro i cuori
l’amore.

Occhi resi rapaci
da vecchi inganni
abbandoni che rendono
altri migliori, non tutti:
dolore che l’animo innalza,
dolore che ti ha reso peggiore.

Occulte alchimie,
esiti incerti, torbido
guazzabuglio di vita che segue,
dolore che ara
un solco infecondo nel cuore

Madre che cade nel vuoto,
l’accoglie, immoto, l’asfalto
grigio d’odore di gatto
e di anguste cantine, di piscio
scolato dai muri.

Nella vetusta Città,
cinico porto di mare,
resa più tetra dal giorno
prescelto per dire:
“Ora basta!”.

Madre che celi, per sempre,
un dolente mistero.
Madre dal gesto che somma alla
vecchia ogni nuova sventura.

Chi porta nel sangue quel seme,
ora offre, alla vita, rancore
sterile e oscuro rancore
soltanto rancore, che sbarra
che mura,
che aggiunge dolore
al dolore, infinito.

Passato creduto lontano,
taciuto, pensato assopito
straniero, stravolto
ti sei risvegliato
o mai hai dormito,
lasciandomi nudo, nel fato
più crudo.
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Nei tuoi versi si legge dolore e freddo, rabbia e silenzio ...bravo!

il 11/01/2010 alle 12:13

commovente..ed è duro viver con questo dolore dentro...

il 17/08/2010 alle 12:21