Un canto si distende
tra le pieghe della notte,
mantello oscuro
del ragno che tesse.
Una voce che tremando
sussurra alle ombre,
dolcemente riecheggiando
nelle superbe stelle.
Canzone malinconica
che in sibillio si trasforma,
vagando errabonda,
vien dal ciel raccolta.
La Luna la coccola
sublimemente,
avvolta in un telo argenteo
che le smarrisce la mente.
Dall'ultimo sospiro
del canto ormai svanito,
sboccia nella via lattea,
come una rosa, una stella che,
con far indeciso,
saluta l'universo
con un debole sorriso
e una nuova nenia,
che vibra sul mondo che riposa.