Male che ciecamente ferisce
e che la notte tenta invano di assopire.
Silenzio agghiacciante che cerca risposte
che mai avranno voce.
Perfida spina che lacera i pensieri
di un oggi che penoso e lento
diventa un ieri.
Fugaci memorie silenziose
che piantano ormeggi
alle angosce di sempre.
Sensi che percepiscono dolenti
ciò che l’anima non accetta:
glaciali sbadigli indifferenti,
dolci sorrisi soltanto immaginati,
letali macerie avviluppate
ad altre rovinose scorie.
E’ alla deriva ormai la nave del ritorno
con logore vele ammainate dall’orgoglio.
Oggi mestamente bevo l’amarezza
che, goccia a goccia, infetta il cuore.
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