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Pubblicata il 05/11/2009
L'eccitazione, fremente,
mi assale.
Musa maliarda che all'estro del vizio
mi vota.
Potrei fermare il tempo e ripetere quest'istante
all'infinito.
Piacere raffinato che da me cola,
t'invade le fauci.
Sporcare le mie pallide e sontuose forme
di te.
Il mio cruento libertinaggio asseconda
la notte
mater terribilis
a cui il mio cuore regalo.
Tu mi tocchi come forse farebbe dio in persona.
Io non mi sazio mai, famelica belva
dalle vene ebbre.
E voglio carne, ancora più carne,
per questo ventre che non si quieta.
Una moltitudine infinita d'amanti che le mie pallide e sontuose forme
sporcano.
Mangiami, divorami.
Proprio là dove son più tenera.
Perché io non ne ho mai abbastanza.
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COMPLIMENTI MI PIACEREBBE TANTO CONOSCERTI CIAO

il 13/01/2010 alle 16:44