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Pubblicata il 04/11/2009
Arrivai troppo tardi,
il cammino era stato duro,
sui prati feriti dalle lame di falci,
affilate da uomini senza pietà,
fiori, con il capo riverso,
esalavano l’ultimo respiro,
il giorno allungava un’ombra di sera.
Campane ammutolite tacevano,
sopraffatte dall’abbaiare dei cani,
le finestre tremavano di fievole luci.
Sputai gli ultimi noccioli delle ciliegie
che mi insanguinavano le labbra,
e mi sedetti, in attesa,
dell’angelo, fuggito dal campanile in rovina.
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splendida!

il 04/11/2009 alle 08:34

grandiosa e macabra, un'allucinazione o un incubo, immagini taglienti come le falci di cui parli
Un abbraccio und bussi
Ax

il 04/11/2009 alle 12:05

grazie

il 04/11/2009 alle 15:18

traum oder alptraum?

bussi
lilli

il 04/11/2009 alle 15:19

Complimenti, resto a bocca aperta a leggere queste tue poesie. Io, per scrivere cose simili dovrei strizzarmi il cervello per giorni e giorni, le tue mi danno l'idea di una facilità di costruzione come fosse la cosa più normale del mondo usare un linguaggio simile...
Complimenti
Fabio

il 05/11/2009 alle 18:39

grazie
lilli

il 05/11/2009 alle 19:24

ma dai , le buone letture permettono di raffinare il proprio linguaggio per esprimere tutto quello che si agita nella mente e nel cuore
grazie delle tua attenzione e buona serata
lilli

il 05/11/2009 alle 19:27

Appena in tempo per leggera leggere la tua "sanguinante" poesia".
Gli spettri han preso il posto degli angeli.
Un grrrrande ciao
Cesare

il 06/11/2009 alle 11:18