PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 07/09/2002
Lanterna farò
di sigaretta
accesa
con poche fiamme
di luna
assente
Vicoli su vicoli
appesi
in cordate di polvere
tese
verso scampoli
di dignitosa
sorte
Ecco l'uomo
Brilla il volto
da dietro
il baratro
di vita forte
e tempestosa
Intasco luride perle
di viaggi e di tormente
e timido
fuggo
E' ora
Mi attende
la mia botte
di disincanto

Martin, L'Uomo, l'ho trovato. In una notte senza luna, in cambio di un paio di sigarette e ispirato da una buone dose di vino, mi ha parlato della bellezza del caos che si può trovare nella disposizione di alcuni oggeti in vetrina.

"La vita è una cosa stimolante e unica, ma è tanto, tanto complicata" (Martin Il Filosofo)
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Diogene docet.
Fattelo dire da un EGO50 come me.
La saggezza dell'uomo della strada affascina; la sapienza di un Essere, prende e per sempre.
La fascinazione, sopratutto se frutto di vino e sigarette (sono acerrimo nemico del fumo, delle sigarette, di chi fuma, del tabacco, eccetera), è pericolosa, E' un diavolo (sic!) da evitare.
Vesti lo spirito con la carne che ti è data e prosegui nel cammino.
L'uomo lo hai in te, non fuori di te. Questo additava Diogene.
N.

il 07/09/2002 alle 08:36

...la vita è complicata, tetra, buia...lo è davvero...specialmente quando cerchiamo lontano ciò che è molto, ma molto vicino a noi...anzi, è dentro di noi...forse è per questo che non la vediamo?
...un bacio...simy

il 07/09/2002 alle 09:50

La trovo una poesia di particolare fascino lirico, nella forte espressività delle parole e delle immagini. Il "tarlo" della ricerca dell'Uomo assume per ciascuno connotazioni singolari, percorsi diversi, travagli distinti. Spero sempre che questo processo di acquisizione resti "per" l'uomo e non per la sua disintegrazione, nelle legittime scelte di ognuno. Credo nella bussola.
Un caro saluto.
Max

il 07/09/2002 alle 11:54

Si, Nemo, hai ragione: l'uomo è in te. In realtà ho usato la figura di Diogene come spunto per parlarvi di Martin che come ho spiegato nella nota, ho conosciuto davvero. Io credo che ogni uomo, per quanto possa essere semplice d'animo o limitato o vizioso, abbia qualcosa da offrire. "La vita è una cosa unica e stimolante, ma tanto, tanto complicata". Una banalità, se vuoi, ma pronunciata da lui e in quel contesto mi è parsa come il segreto della vita stessa. Non è importante cosa impari, ma il significato che ha per te quello che impari.
Grazie dei tuoi consigli, Nemo, che sono sempre ben accetti.
Con stima.
Andrea.

il 07/09/2002 alle 12:52

Si, Simy, è proprio così. La felicità è solo dentro noi stessi non nel mondo esterno. Questo insegnava Diogene.
Un bacio.
Andrea.

il 07/09/2002 alle 12:54

eh eh eh eh. Comincio a credelo anche io, ily dopo quell'episodio di cui sai !! Ti ho parlato di Martin, ricordi ? E' successo pochi giorni fa...Un bacio.
Andrea.

il 07/09/2002 alle 12:56

Grazie, Max. Mi fa piacere questo complimento fatto da qualcuno che ammiro in modo particolare per la sensibilità lirica di ogni sua poesia.
In realtà, come dicevo a Nemo, la ricerca dell'uomo, che Diogene professava, mi è servita come spunto per parlarvi di Martin e di come si posso trovar saggezza anche nei semplici.

il 07/09/2002 alle 13:05

Come spesso succede, caro Bandolero, siamo sulla stessa lunghezza d'onda. E poi: "Se può esistere un albero senza foglie non può esistere un uomo senza vizi" (EGO71 2002) ;-))))
Ciao, bando
Andrea

il 07/09/2002 alle 13:10

Bella.
Risuona di conferma a tutta un'epoca quasi disumanizzata, nella continua fuga verso l'alterità a tutti i costi, a simbiosi con le cose che facciano smarrire il primo volto dell'esistere.
E paradossalmente scorto nei riflessi con cui la luna illumina il volto dei "rifiutati".
Nella perdita, trovata quella singolare luce della vita che si rifiuta di scendere a compromessi contro se stessa.
E la vita che, di nuovo, ricerca se stessa, e il suo mistero. E, nel nuovo millennio ipertecnologizzato, il tuo uomo può esserne una delle tante facce, uno dei tanti simboli.
Azzeccato il sotterraneo riferimento a una ricerca, svuotata del senso comune e arricchita di consapevolezza più profonda.

il 07/09/2002 alle 15:29

Grazie, Blue.
I reietti, i rifiutati sono una delle anime di tutte le società in tutti i tempi. Molto spesso le loro:"luride perle" sono rifiutate e gettate via con disprezzo, senza capire che sarebbe sufficiente mondarle da quella patina di umana miseria per riscoprire tutto il loro splendore.
Ciao.
Andrea.

il 07/09/2002 alle 15:47

Grazie, Ale. Hai proprio ragione: se è vero che il corpo è la casa dello spirito, allora facciamo in modo che la nostra casa sia allegra e gioiosa !!
Un bacione.
Andrea.

il 07/09/2002 alle 16:15

Io molto più semplicemente sento di dirti che il nome e l'essenza della poesia sta proprio nel frutto di quelle luride perle che hai messo in tasca e che nella tua solitaria botte hai osservato avidamente.
Il "Martin" in questione è un uomo di vita vissuta e in cambio di un pò di fumo t'ha regalato la semplice definizione del carpe diem....
Godere di quelle (anche) effimere bellezze che la vita ci regala. A lui ha regalato quella buia notte senza luna due sigarette ed ha donato verità che i suoi occhi nelle altre buie notti vedono...raffigurate in una bel boccale di vino, in una buona risata fra compagni...in un sorriso rubato fra le strade senzatetto!

L'armonia, poi,della tua poesia è talmente sinfonica che l'ho goduta parecchie volte aspettando alcune successive letture per poter lasciare una mia traccia significativa.

Rinnovo i complimenti e t'invidio un pò per l'incotro notturno..
;-)
M'

il 07/09/2002 alle 17:59

Errata Corrige...
NODO anziché NOME...nella prima riga!
Pardon mon amie!

il 07/09/2002 alle 18:03

Grazie, Marco !!!! :-)))) Hai colto perfettamente il messaggio che volevo trasmettere nella mia poesia e sono contento di osservare come la tua sensibilità sia affine alla mia. Sai, Martin intento nella sua contemplazione del bello, mi ha visto passare e mi ha chiesto una sigaretta. Poi ha soppesato il mio sguardo per un paio di secondi come chi scavi nelle profondità di un uomo per cercarvi un barlume di sufficiente ricettività verso inconoscibili verità di cui si è il solo dopositario.
Alla fine ha deciso e mi ha fatto avvicinare alla vetrina. Mi ha detto: Guarda quanta bellezza c'è in questo disordine.....
In realtà è stato lui che mi ha cercato e non il contrario.
Con stima.
Andrea.

il 07/09/2002 alle 20:47