La diramazione del fulmine
zigzagando a fondo ci penetrò
nelle vene corse all’impazzata
sino a raggiungere i bersagli.
Sorpresi e un poco impauriti
cercammo riparo dove non c’era
scivolando nello stagno rosso
preparato ad arte dal destino.
La sete ci aggredì le labbra
tanto da costringerci ad accostare
le bocche agli impetuosi torrenti
sgorgati dai nostri respiri.
Seppur privo d’incubi il cielo
pare rechi presagi di pioggia
e un vago odore di cannella
mi accende un sorriso spento…
…riportandomi una tonalità gemella.
SabyGRIZZLY 2009