PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 29/09/2009
Eravamo seduti qui,
io ed il drago,
ad osservare i disegni
che le nuvole creano
allungandosi al tramonto.
“sono fortunato
ad essere nato cavaliere…”
dissi:
“…è inutile discutere
sulla verginità di Maria,
ogni uomo dovrebbe saperlo
la fede è rispetto
e l’immensità è uguale per tutti,
sono fortunato
ad essere nato cavaliere”.
Il drago
allora pose lo sguardo,
quando un raggio di sole
li tinse d’azzurro la corazza
ebbe un attimo di sollievo
nel sentire quant’era forte
la mia cristianità;
anch’esso soleva cantare,
planando sui campi di grano,
odorando l’intenso fruscio
dei rami di quercia:
un guardiano della purezza,
della potenza creatrice;
adesso m’insegnava la virtù.
“l’amore per la terra,
cacciatore di conquiste,
è chiuso nelle mie ali
invecchiate dal tempo;
la gloria della vostra razza
in voi e nelle vostre donne”.
Un silenzio contornava
la sua mole severa;
Pensai alla mia dama,
comparandone gli occhi
a questo cielo;
Comparandone la voce
al canto degli stormi
dispersi nel bosco
a primavera;
Comparandone le crini
ai papaveri che danzano dolcemente
sulla pelle della collina.
Socchiusi le palpebre
ed il vento portò
le labbra di lei
a sfiorare le mie orecchie
“riposa…
riposa ora dalla battaglia,
lascia la tua durezza
distendersi…”
il canto più bello,
eleganza e malinconia
nella sua pelle di luna.
Disteso tra le ferraglie composte
che mi proteggono,
come questo drago,
assaporo la vita
che mi è stata concessa
ed abbandono la caccia.
Eravamo seduti qui,
io ed il drago,
ad osservare i disegni
che le nuvole creano
quando ritrovano pace
con il vento.
  • Attualmente 5/5 meriti.
5,0/5 meriti (1 voti)