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Pubblicata il 18/09/2009
Ho chiesto e ottenuto un labrador in soffitta.
Ha gli occhi smunti di un prigioniero politico,
eppure è sempre fiducioso che non sarà lui
il primo ad arrendersi.
Talvolta mi opprime con rauchi attacchi di gola,
che inframezza con qualche pedata
assestata al fondo scala.
La gente di giù cena, sono soltanto io
il san bernardo soccorritore.

Giovenale manda giù tante schifatezze, rotoli vuoti
di carta igienica, mollette per stendipanni,
carciofi sbollentati da mani imprevidenti.
Una sera gli ho trovato addosso
delle stimmate lucenti.
Si, qualcuno con dei chiodi gli ha
forato le zampette, qualcuno che
magari andava in giro a raccontare
di saper badare e come agli animali.
Ci siamo guardati per trecento secondi
io e Giovenale; lui ha leccato le mie
dita escoriate da un nugolo di puntine da disegno,
io gli ho rotto la catena al collo,
e saltando giù nell'androne, gli ho
sentito proferire;
<>.
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