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Pubblicata il 04/09/2002
Guardo la riva vicina,
come una sorta di spasimo.
I gabbiani,
che sfiorano il mare,
rade le onde e i rigurgiti d'aria
che seguono e si generano
nel cavo dell'onda corrente.
Alla luce del sole sul mare,
fuggiva sfasciato l'aliante,
lasciando al sostegno troppo
lieve di sottili bave di vento
intermittenti,
scherzose.
Amiravo il mare schiumante
sulle tenue spiagge lagunari,
lividi nella luce temporalesca.
La nebbia bianchissima avanzava,
di vapore condensato,
che liberava verso il cielo aperto
una larga corrente ascensionale.
La giornata limpida,
e già afosa,
scosse da vortici e raffiche
e sbattimenti di quell'aria bassa,
in cui si risentiva le asprità
della terra.
Dinanzi al quel piccolo regno
sorrido,
vivendo in pace,
ogni fedele suddito ha un cuore
loquace.
Già tutta l'aria inbruna,
e tornano le ombre giù da'colli
al biancheggiar della recente luna.
Godo,
stagion lieta del più gradito giorno,
pensosa indisparte mi intenerisce
il cuore.
Voce smarrita ma di tante parole
non sento che un soffio,
e dalle acque un dolce canto...............
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