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Pubblicata il 04/09/2002
Siano aperti
di Giano
il tempio
gli aditi
e spirino
folate d'eserciti
in superiori
coorti
mossi
ad imprimer
giusto
tremito
di civili
sguardi
Grandezza
qual funesta
daga
cada
a mozzar
barbarie
infere
Indulger pietate
non ti è dato
Roma
giacché fiera
da offrir le fauci
mai fu assolta
Modesto omaggio
reco
o padri
di nostro
mortale
retaggio
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Grazie, Bandolero. Le immagini del passato hanno sempre catturato la mia curiosità. Hai ben interpretato questa poesia che voleva essere un'esercizio di stile. L'impronta che vi ho dato è forse un po' retorica, magniloquente, ma era il tipo di ritmo che a mio parere meglio si adattava all'argomento trattato.
Ciao.
Andrea.

il 05/09/2002 alle 02:11

Grazie...sei un tesoro come al solito...
Andrea

il 05/09/2002 alle 15:05