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Pubblicata il 03/09/2002
Perseo:

Non domandare, ti prego,
sei la mia vita
e la mia condanna,
altro non conoscerai
da queste mie parole di fumo.

Dolce Astra,
io sono morte,
i ricordi torneranno
alla tua mente,
come briciole
portate dal vento.

Meno la tua mente
chiederà alla mia
meno mi odierai
conoscendo il tuo destino.

E ricorda di non guardare
mai
oltre il muro
che ci divide.

Non chiedere
non cercare
ti prego
non ricordare mai.

Perchè la notte mi insegue
e ride di me
che non sono stato capace
di strapparti via
da questi sguardi,
da questa notte mascherata.

Se fossi in te fuggirei
lontano da me
lontano dalla tua natura
senza voltarmi mai.

Se ancora fossi in me
fuggirei dal tuo sguardo
dalla strana alchimia
dei tuoi occhi
che mi fanno dire
ciò che dovrei tacere.

Non toccarmi,
non guardare oltre,
questo muro l’abbiamo
costruito con il nostro pianto
e tu non devi sapere.

Libera e mai schiava
è l’anima mia, ricordi?
Sii libera allora,
non credere nel destino,
non credere in me,
mai più.

Vai
dove il tuo sguardo ti conduce,
avanti, sempre più in là,
lasciandoti alle spalle
questi ricordi inutili,
dimenticando un destino,
una vita,
questa nostra morte.

Corri nei boschi,
parla con l’usignolo, se vuoi,
non voltarti mai;
è ciò che le gambe nervose
della mia mezza fata
desiderano adesso
dall’anima dell’uomo.
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Grazie, fata... interamente tale...
Fili.

il 03/09/2002 alle 09:42

Lo so, chiacchierone!

il 04/09/2002 alle 11:11