Per non risponderti - non che m’importi molto
ma sotto sotto, non lo nego, non molto -
lavoro di fino il niente
e vengo, appunto, al niente
dico alla mia ferma mente
niente rigore(ne ha
il niente?), magari mettici
chi più ne ha
(tolgo l’ometto che t’imbarazza e ci metto un farsetto)
lo dico senza ilarità lo dico
ridacchiando e parlando
tra me e me come se fossi con me
come se ci fondesse un divario
o come se fossimo sul divano
più accidentale e selciato che c’è
e accidenti se c’è
c’è persino il gatto, la civetta, il comò
e il quiproquo che ci accorda.
Siamo Prof.
in aerei elenchi di chi-sono-
le-tue-prime-dieci-che-dopo-non-ti-dico-i-miei
quando te ne vai o ci sei o mi amo
o batto un colpo e sei sola.
Ah, il potere della parola quando si fa legge
e pretende di autocolpirsi.