PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 17/07/2009
Echi di voci
valicano distanze.
Arabeschi di luce
filtrano tra i pampini
porpora e oro.

Finita è la vendemmia.

Le donne si avviano
nella luce violenta
dell’acceso tramonto
odorose di mosto e di sudore.

Recano sulle loro labbra
il grappolo di negramaro
sfuggito alle cesoie,
le loro mani a conca
il calice più ambito dagli déi,

Feritoie azzurre i loro sguardi
rivelano al cacciatore
il cielo del fagiano e della rondine.

Impazienti,
con gesti appresi da antica pedagogia,
liberano il sartiame di capelli
ristretto in prigionie di ruvido cotone.

- stendardo femminino-
a catturare desideri.
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Belli i tuoi versi che sembrano dipingere scene di un quadro, alla moviola, con tanti dettagli di luce,
profumi e colori.
Ciao
helan

il 17/07/2009 alle 13:01

sì, esattamente della mia epoca...grazie. deamor

il 17/07/2009 alle 13:16

grazie carissima helan, un caro saluto. deamor

il 17/07/2009 alle 13:17

Importante che ci siano testimoni che lascino ricordi ai posteri sugli usi e costumi delle antiche tradizioni. La tua non è solo cultura, ma anche missione e bellezza. Ciao, Fabio.

il 18/07/2009 alle 14:56

grazie carissimo Fabio..un saluto. anna

il 19/07/2009 alle 17:12