"...negli scritti che ci scambiamo ora c'è un altro ritratto di noi /altrettanto veritiero ed impietoso di quelli disegnati con la luce." E ancora nella conclusione "noi siamo questi segni continui di parole e insieme /quello che questo specchio d’attesa ci riflette": passaggi di una profonda malinconia e al contempo di intensa bellezza. Poesia dell'attesa senza speranza, che nella forma epistolare assume una inusitata delicatezza e forza umanizzante, sensibilissima pur nella rassegnata e impietosa desolazione che l'attraversa.
Ti abbraccio Sergio.
max
un quadro.
un idillio.
reso cupo solo dal dito puntato
che si fa arma.
ma non è tempo di guerra, questo
:-)
No, Amaranta, non è tempo di guerra e nemmeno di somme tirate, è il momento di guardare impietosamente dietro le emozioni ed i sentimenti, perchè non basta più abbandonar-vi-ci-si...
Grazie per la tua lettura, Sergio
Grazie Max per la tua lettura attenta e puntuale, io non so se queste parole possano fregiarsi o meno dell'appellativo di poesia, ne io ho la fisima di dirmi poeta, ma che siano qeste parole vissute ed io abbia la necessità a volte feroce di scrivere questo si, lo dico.
Ricambio abbraccio e stima
Sergio
Si comprende benissimo - e appartiene anche a me - lo scrivere per una impellente necessità di rappresentare ciò che dentro il sé (e fuori) si sente e si vive. Concordo ancora con te sull'interrogativo se ciò che esprimo con la parola corriponda a "Poesia", e ti assicuro che ci vado molto cauto :-)
Saluti cari.
max
come sapete esprimere i sentimenti nascosti dentro di voi non li ho mai letti da nessuna parte,siete per me dei mostri della conoscenza e delle parole, bravissimi.
la virtualità è vita! marigiò
io non sono diversa da te caro Sergio, poichè scrivo quello che sono,oppure quello che sento,
sono cristallina e veritiera come te,
senza accorgermene, lo faccio con piacere,
ti saluto. marygiò