Muovendosi tra gli spazi
interstizi metropolitani
come distanze d'anni luce tra pianeti
e vago come capitano in cerca d'avventura
per osmosi tra la luce che tiene su le stelle
il mio galeone
che fiero innalza la sua bandiera sovversiva
annuncia battaglia e libertà
e su una scia di dolore e distruzione
insegue il fugace sogno
perso fra a steroidi e buchi neri
ma fuori i cannoni
e i pensieri clandestini
incatenati al muro della stiva
bevono solo rhum
e prima o poi daranno di matto
io intanto
terza parte di coscienza
né pirata, né eroe
ma solo capitano
di una ciurma di reietti
muovo i miei passi nelle mie stanze
e contemplo dalla poppa
oltre la grande vetrata lo spettacolo del cielo
un biecchiere di vino
e rifletto
su un anarcoide pianeta al dilà delle fantasie
in cui ogni libertà finisce
quando ledo la tua
e chiederò con mano all'elsa la cortesia
di esser lasciato con i miei ubriachi e liberi pensieri
in compagnia.