Mi avvolgono
le tue braccia come mantello
di sole
che s’apre un varco
tra i profumi boschivi.
Ebbri di umidori della notte
i miei capelli
gemono frammenti d’alfabeti sconosciuti,
spremono latte ai seni delle nuvole
aggrappati ai fianchi del giovane mattino.
Arrotondo spartiti di stelle
nella rimessa d’intatte lenzuola
per cantare poemi
in chiave di violino.
Sradico anemoni marini
sortilegi di sabbie ancora vergini
per deporli alla foce del tuo fiume,
mentre impazienti
labbra di quarzo aspettano abluzioni
a distendere lo spasmo del tramonto.
Sirena di pietra
trasfiguro nella voce roca
il suono del tuo nome.
Una voglia nuda
mi veste di desiderio.