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Pubblicata il 18/06/2009
Il cavallo ha rotto le staffe,
è tornato a galoppare selvaggio,
criniera al vento, occhio fisso al tramonto,
ha piantato la dinamite nell'orto di camera sua
per vederla deflagrare in un gran boato
non per le sue orecchie ma per quelle degli altri,
ha lanciato lacrimogeni dove già c'erano cipolle a sufficienza,
mille volti irregolari avvolti da una nebbia bianca
che sembrava di stare tutti quanti nella barba di babbo natale.
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la poesia è intensa, unisce immagini quasi classiche a certe altre prosaiche, prese dalla banalità del quotidiano dal quale, forse, sembra essere la metafora della fuga_Ma perchè rompe le staffe e non le briglie ? C'è sempre chi cavalca a pelo e, se tiene le briglie, non è detto che il cavallo lo disarcioni. A parte questo dubbio, grazie per la bella poesia.
NK

il 23/06/2009 alle 01:24