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Pubblicata il 17/06/2009
Lo amavi tanto, il mare!
Amavi l’eterna magia
delle onde tempestose
che vanno a morire, urlando,
con un ultimo spumeggiante fremito;
o che dopo un lento viaggio
giungono a baciare la riva,
come un carezzevole amante.
Lo amavi quando il sole lo accende
di lucenti diamanti
che, tra i morbidi flussi,
gioiosi rimbalzano
ed eternamente si rincorrono.
Lo portavi nel cuore, il mare,
quando, giovane eroe,
lo solcavi intrepido
con la tua macchina da guerra
e ne toccavi i silenti ed inviolati abissi.
Ti ha donato la vita il mare,
quel fatale giorno lontano:
mentre il sibilo mortale delle bombe
straziava i corpi intorno a te,
ti accoglieva in un vitale abbraccio,
strappando da un sonno di morte
il tuo indomamabile spirito.
E’ stato il tuo sogno mai infranto
e fu anche il mio,
quando, bambina, ascoltavo
i tuoi pensieri diventar poesia…
Sognavi l’incessante andar della marea
che ti cullava l’anima,
mentre sedevi emaciato e stanco,
lo sguardo velato e già lontano.
Anelavi la pace del suo azzurro infinito
nei giorni prima della fine,
quando sereno mi chiedesti,
di segnare la tua ultima dimora
con le parole:
“ Qui egli calò l’ultima ancora”;
e, con l’angoscia nel cuore,
così io feci…
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