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Pubblicata il 15/06/2009
errante nel mondo andavo quel giorno
ma altri prima non cambiavan da tale
sentivo in me il bisogno tutt'attorno
una forza sublime al tempo brutale
il corpo chiamava ma il cuor non voleva
era questo il destino, l'esser mortale
si all'amore per la donna che ergeva
l'oramai cuor rovinoso e sfondo
caduto in abissi infiniti che prima negava
una luce..un segno nel fango
il fango rimasto in quel posto regale
che oramai mi ostino a chiamare mondo
mondo infame fino al punto celestiale
d'incontro con lo sguardo di divino opale
da lei in quel giorno non più respiravo
..morivo..con te ora certo di viver ritrovo
il tempo e i sensi persi nel mare
di cui colore sono ora i tuoi occhi amore.
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Poesia languida,dolce,intensa,intrisa di un romanticismo soffuso,lascia trasparire un animo sensibile e sognatore.Molto bella.

il 17/06/2009 alle 10:51

ti ringrazio. è poesia vissuta. "mia "beata salvatrice" è meno dolce, ma assai intensa.

il 18/06/2009 alle 21:07