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Pubblicata il 12/06/2009
Un giorno sarò forte. Lo sarò. D’acciaio inossidabile. Niente più cuore infranto. Niente più lacrime omicida a solcare il mio volto scavato. Sarò indistruttibile. Immune ad ogni attacco. Non sentirò più niente. Non piangerò più. Avrò membra di metallo. Un cuore elettronico. Un cervello che non sente più il dolore. Si. Un giorno sarò forte e volerò via. Volerò via da tutto questo. Da queste bruttezze che ogni giorno devo affrontare. Un giorno guarirò. Fortificata sarò. Niente mi farà più del male. Non una sola parola potrà ferirmi. Perché sarò forte. D’acciaio inossidabile. A prova di colpi violenti. Ci sono gesti. Parole. Sguardi. Che mi colpiscono a morte. Mi feriscono conficcandosi nella mia anima come frecce pungenti. Mi sento circondata da una schiera di eccellenti arcieri. E tutti mirano il mio cuore. Che sanguina plurimamente trafitto. Copiosamente perde fluido vitale in un’emorragia inarrestabile. Mi fa male nel petto. Proprio al centro. Ma tutti questi dardi infuocati lo renderanno sterile. Anestetizzato imparerà ad essere il mio cuore. Diverrà pietra dura con cui mandare in frantumi vetri. Io lo so. Che succederà. Diventerò forte. Invincibile. Intoccabile. Una stella algida e bellissima. Troppo lontana dai patetici mortali. Non mi potranno più prendere. Non mi potranno più fare male. Un giorno la smetterò con questo maledetto tormento che mi agita le viscere. Io sarò potente. Brillante. Pericolosamente inavvicinabile. Sarò bellissima. La gente si ucciderà alla sola mia vista. Scolpirò la mia effige nel piombo. Scaverò una fossa e ci vomiterò dentro tutto il male che mi è stato riversato addosso. Mi libererò di tutto in una magnifica catarsi. Perderò memoria d’ogni cosa. Mente resettata. Che risorge nella più pura innocenza. Che risorge di divina luce rivestita. Luce che immunizza le mie membra. Saranno indistruttibili. Non sentiranno più niente. Io lo so. Che un giorno succederà. Lo aspetto impaziente. Lo aspetto folle. Perché intanto il dolore mi consuma. E prego arrivi prima che esso abbia la meglio. Prego che arrivi prima della mia disintegrazione. Ma mi fortifico ogni giorno di più. Posso farcela. Ho perso tante battaglie. Ma voglio vincere la guerra. Non voglio arrendermi. Anche se ci sono cose che arrivano all’improvviso. Mi travolgono. Mi ributtano giù. Ho tutte le ginocchia scorticate. La pelle che sanguina ovunque. Tra gli stenti cerco di rialzarmi. Sono forte io. Me lo dicono tutti che sono forte. Mi buttano addosso il loro veleno. Mi spingono a terra. Poi mi dicono avanti. Puoi farcela. Sei forte. Ti puoi rialzare. Ne hai la capacità. E appena riesco, vacillante, a rimettermi in piedi, loro di nuovo colpiscono. Crudeli affondano nelle mie carni le unghie e mi strappano la purezza. Me l’hanno sradicata via. Ma io sono forte e quindi non sento niente. Continuo a cadere. Continuo a sanguinare. Ma non importa io non sento niente. È una palestra la mia vita. Mi alleno a fronteggiare il dolore. Ho un’anima disintegrata dentro. Maciullata violentemente. Ogni sorta d’efferatezza ha subito la mia anima. Mi sento fragile come il cristallo. Piena di crepe. Ma non importa. Perché ogni giorno di più io mi fortifico. Divento insensibile. Divento grande. Mi rialzo caparbiamente. Inghiotto. La mia stessa nausea che sempre sale. Arriva all’improvviso e m’appende la gola. La strozza con lame taglienti. Ma io sono forte. La reingurgito questa nausea assassina che arriva. Butto tutto giù. Rabbia. Dolore. Pena. Impotenza. Malinconia. Tristezza. Alcool. Droghe. Sperma. Sangue. Vomito. Pillole. Pensieri suicida. Tormento. Strazio. Malessere. Pus. Infezioni d’ogni sorta. Febbre. Fame. Sete. Rabbia. Rabbia. Rabbia. E ancora rabbia. Io ingoio tutto. Perché da piccola mi hanno sempre detto che non si deve lasciare niente nel piatto. È peccato. Così ingoio tutto. Tutto quello che mi è richiesto d’ingoiare. Violento il mio malato stomaco. Ma non m’importa niente. Lo tratto come una discarica. Perché sono forte e lui deve solo tacere. Non ha diritto di parola. Deve stare zitto e digerire tutto. Tutto quello che gli rifilo. Tutto quello che il mondo gli rifila. Perché sono brava. Sono grande. Sono forte. Sono bellissima. E me ne sbatto di tutto. Io non sento niente. Non sento più niente. Non provo più dolore. Lo so che arriverà quel giorno. Quel giorno in cui avrò membra d’acciaio. Un cuore telecomandato. Un cervello completamente resettato. E sarò la più grande di tutti. Vi ucciderete alla sola mia vista. Vincerò la guerra perché sono ostinata. Perché ho una corazza da guerriera sanguinaria a proteggermi le membra. Fragili come il cristallo. Piene di crepe. Ma non importa. Non importa più niente adesso. Perché lo so che arriverà quel giorno. Quel giorno in cui non sentirò più male. In cui diverrò forte. Immune al dolore. Insensibile al mondo.
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Ricorda che il dolore fortifica e tu diverrai molto forte.
Ricorda anche che le saette non son foglie,chi le
manda le raccoglie.
E' terribile quel che stai sopportando, è inconcepibile, ma chi fa il male, sta certo, che lo pagherà.
Hai la mia comprensione.
Un caro saluto
H

il 12/06/2009 alle 17:55

Grazie.
Sembrerà strano,
ma non lo auguro a nessuno.

Un caro saluto a te.

il 12/06/2009 alle 18:44

una carezza leggera che non ti faccia male
un abbraccio
lilli

il 12/06/2009 alle 19:35
Jul

Si diventa forti solo quando ci si libera dalle passioni ed è umana la passione, anche nel dolore e nella sopraffazione. Ma si diventa ancora più forti quando comprendiamo di essere minuscoli granelli in questo universo e che il nostro vissuto personale, per quanto pesante ed a volte insostenibile è precario e passeggero.
Un bacio tenero,
Jul

il 12/06/2009 alle 20:27

E dai.....piccola demonia, lo sai che presto ce la farai! E, quando questo avverrà, non avvertirai nessun dolore,anche se qualcuno prova a farti del male.
E poi ci siamo noi,amici lontani,su cui potrai sempre contare.
Plotina

il 13/06/2009 alle 00:46

Grazie...

il 13/06/2009 alle 10:20

Questo tuo commento mi ha fatto venire in mente "l'insostenibile leggerezza dell'essere" e il monologo iniziale dove parla della leggerezza e della pesantezza. Io mi sento farfalla con un macigno di pietra ad occludermi il petto.

Grazie del tuo passaggio.
Un abbraccio.

il 13/06/2009 alle 10:23

Si, io resisto.
Come i colori indelebili all'acqua io resisto.
A tutti i temporali che non gentili su di me si abbattono.

il 13/06/2009 alle 10:25