PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 29/05/2009
Andiamo avanti
un cerchio a ogni passo,
lanciando presagi
nella fossa del caso.

Alla Locanda del Serpente
mi arresto volontario;
tanto prosegui tu,
che c’hai mani impomatate.

Le giornate ricadono sfatte
come pezzi di un domino;
ferma nel Labirinto delle tristi lusinghe,
ripassi indietro col contagiri
dei ricordi.

I miei turni sono spersi,
lo scheletro di quel Ponte
non mi reggerebbe;
tu che ne hai pesato le travi,
lancia pure questa foglia d’ortica,
e non dirmi che mi vuoi bene.
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bella quest'amara rivisitazione del gioco dell'oca, calata nel disinganno d'amore
ciao
lilli

il 29/05/2009 alle 14:56

non è male sia la struttura che l'utilizzo delle metafore...
Ma hai pesantemente rovinato il valore di questa poesia, con quel "c’hai mani " che sa di sgrammaticato e dialettale..
Un caro saluto
Axel

il 29/05/2009 alle 15:21

hai afferrato il nocciolo...ciao

il 29/05/2009 alle 18:32

accolto il dis-appunto; ma all'interno del vissuto intimistico che la poesia tende a rievocare, questa c pesante ha la voluta funzione di "corrompere", con un suono più ostile, più avvezzo a quell'umanità che parla prorompendo il proprio sentimento, lo sviluppo altrimenti troppo disincantato dell'individualità astratta-poetica ...."tanto prosegui tu/che c'hai mani impomatate"
sono entrambi i versi che volutamente vorrebbero eccedere in un registro più colloquiale...ciao

il 29/05/2009 alle 18:47

Ha ragione axel. Mi spiace dirtelo.
Odio fare il saccente, Ma...

il 29/05/2009 alle 23:28