Sto come il cipiglio del turista,
che s'assiepa lungo la camminata.
Come un cuore tracciato
con un pennarello, e cancellato
in fretta dal sole.
Come il saluto più generoso
che mi lascia un amico,
sto fermo ad ascoltare
le nenie dei passanti.
Imbocco qualche via taciturna,
ora con l'ubriachezza modesta
di un laureato rispettoso,
poi con occhi luciferini
e la mente cinta d'assedio
di un gladiatore senza mondo.
Sto nella molle brace
che si lascia sui camini,
sulla sella degli unicorni ostili
alle bestie degli ovili.