PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 30/08/2002
Dopo una lunga
Interminabile e buia
Notte d’arsura furiosa
Con la gola arsa
Dal silenzio
Dalle assenze di parole
Che una volta pronunciavo
E d’amore e di risa
M’affaccio al balcone
Sul mare.
Che infinita voglia di berlo
Tutto!
Acqua salata in bocca
Nei polmoni
Nel cuore
A immergermi intero
A guardare in su
E mirare le onde baluginanti
Che mi coprono
Senza possibilità di venirne fuori.
Lavarmi dal dolore
Dall’amaro viso di lacrime
E trovar conforto
Nel riempirmi di mare.
Per non pensare più
Per non parlare più
Tanto non serve
A me
A te
A nessuno.
Afferrarsi alle alghe
Strappar sabbia dai fondali
Graffiare squame di pesci intimoriti
Da me
Che fuggono felici verso ami
Ricurvi per la grande esca
Non sapendo di andare incontro alla morte.
Proprio come te.
E intanto il mare mi ricopre.
Ma i miei pensieri
Ancora una volta
Fuggono via
E sono lì ad accarezzare un corpo
Un’anima
Un volto
Che prima eran parte di me.
Mi sveglio
Ho la bocca salata
Gli occhi umidi.
Dalla finestra entra un profumo
Di carne e peperoni
Che nessuna preparerà per me
Neanche un caffè
Un bacio
Un buongiorno.
Torno al sogno.
Là, almeno,
Ero sempre solo
Ma non tornavo più.
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...i sogni accarezzano i ricordi...gli incubi li rendono amari...le lacrime sono salate...come il mare che ti inonda e ti affonda...ma è bello svegliarsi e scoprire che non sei solo...
...è stupenda...come te...tvb
...ptciù...simy

il 30/08/2002 alle 14:15

Cara Simy! In parte è così.
Tu, forse, quando ti svegli non sei sola.
Io si.
E non vorrei sveglairmi più. Mai più.
Ma la mattina sono qui a rompere le scaote a te e al sito!
Volete fare qualcosa, per favore........!!!!!!!!
Grazie.
N.

il 30/08/2002 alle 14:28

Cara Simy! In parte è così.
Tu, forse, quando ti svegli non sei sola.
Io si.
E non vorrei sveglairmi più. Mai più.
Ma la mattina sono qui a rompere le scaole a te e al sito!
Volete fare qualcosa, per favore........!!!!!!!!
Grazie.
N.

il 30/08/2002 alle 14:28

Cara Simy! In parte è così.
Tu, forse, quando ti svegli non sei sola.
Io si.
E non vorrei sveglairmi più. Mai più.
Ma la mattina sono qui a rompere le scatole a te e al sito!
Volete fare qualcosa, per favore........!!!!!!!!
Grazie.
N.

il 30/08/2002 alle 14:29

Grazie.
Triste lo è sicuramente. Bella lo è per te (l'estetica è soggettiva), complessa per la vicenda sottostante: in un modo incredibile.
N.

il 30/08/2002 alle 14:59

Grazie, Sera!
E tutto questo a proposito dei tuoi splendidi ricordi che animano i sogni, che si trasformano ed evolvono, a volte, per me, in incubi; dei quali sono succube!
N.

il 30/08/2002 alle 15:05

Grazie, Anna.
Se mi dici questo, vuol dire che sei molto triste anche tu.
Cerchiamo di non dar corpo alle nostre depressioni e pensiamo a svegliarci.
Sai, però, è bello destarsi con un essere accanto.
Non so più cosa si provi e lo sogno solamente!
N.

il 30/08/2002 alle 15:22

Vedo che il tuo rifugiarti nel sogno è un tema ricorrente nelle tue parole. Senza dubbio scaturito da un dolore...d'amore...
Mi piace questa metafora dell'acqua salata...
ceh riempe la bocca di sapore....
;-)
M'

il 30/08/2002 alle 17:09

Preparati un buon caffe' e sorseggialo, magari con una buona fetta di dolce. Poi esci di casa e se hai un po' di tempo fai una passeggiata in riva al mare, o meglio ancora un'ora di bicicletta... Non lasciare che le tue lacrime salate diventino un mare, ma osserva il mare per quello che e': una vasta distesa di acqua, un elemento naturale che rende l'aria salubre. Godi di quest'aria, riacquista un poco delle semplici gioie quotidiane che i sensi possono offrirci.
Un dolore non puo' offuscare tutto e la vita e' fatta di tante piccole cose...
ciao ciao capitan Nemo
S.

il 30/08/2002 alle 17:09

Triste quanto bella, ci si annega anche dei tuoi versi!
"E trovar conforto
Nel riempirmi di mare. "
è una frase molto "potente" e suggestiva ancorché
tragica. Ti auguro di uscire da questi stati depressivi" Forza, Pitagora!
Ciao
Axel

il 30/08/2002 alle 17:50

Non è un modo di fuggire la realtà; mi serve per interpretarla.
Grazie.
N.

il 30/08/2002 alle 17:56

Non sono Capitan Nemo, cara S.; forse proprio per questo a molti sfugge il senso delle mie povere poesie.
La vita per me non è fatta di tante piccole cose; è ben altro. E' un viaggio alla ricerca del vero sè fatto di sacrifici, rinuncie e gioie (piccole o grandi).In questo viaggio che inizia........... si può non essere soli; si può avere la fortuna di trovare chi lo compia accanto a te. E non solo nella quotidianità di un caffè (a me i dolci non piacciono) o di una passeggiata in bicicletta (che data l'alluvione di questi giorni sarebbe stata difficoltosa da usare; neglio una barca - ma, si sa, "tornò sola"- o un motoscafo). La vita per me è ben altro. Ora "era ben altro". Qui, se mi consenti, la spiegazione e il fulcro di tanti miei scritti. Ricorderai "Accattone d'amore".
Che possa respirare, mi sembra naturale. Ma che possa apprezzare ciò che mi circonda, non mi sembra possibile.
Il tuo è un giudizio propositivo per me e ti ringrazio. Hai e avrai avuto un altro vissuto e un'altra esperienza che ti portano a dirmi questo. Lo capisco.
Ma a volte, sai, una carezza, un bacio, una semplice telefonata fanno più bene di altro per chi, come me, viove solo e da oggi anche senza un cucciolo "meticcio" morto improvvisamente nella nottata.
La solitudine e l'isolamento (questo volontario, lo riconosco) uniti al silenzio costante, a una casa vuota, a una mancanza di luci non è il massimo di quello che uno si aspetta quando, come me, inizia il ritorno.
Ernesto

il 30/08/2002 alle 18:06

Se fossi Pitagora non me ne starei qui a fare strane congetture e a scrivere mortali.... versi.!
Grazie per lo sprone.
Posso concludere dicendo che...."il naufragar m'è dolce in questo mare"?
Sembra fatta apposta!
Ciao Axel e grazie.
N.

il 30/08/2002 alle 18:09

E' molto bella. Ci leggo un desiderio di completa assenza di emozioni. Un lavacro all'interno del quale sacrificare la gioia pur di liberarsi dal dolore.
Andrea.

il 30/08/2002 alle 18:59

Caro Andrea, l'atarassia è una delle vie che conduce alla sapienza.
Il problema è che il dolore mi richiama la gioia.
Ma la gioia (lontana), mi richiama il dolore.
Strana spirale che dovrà pur finire!
Ma cosa cesserà per prima: la gioia o il dolore?
E quale voglio che finisca per prima e quale per ultima?
Come è ingarbugliata la mia esistenza!
Grazie.
N.

il 30/08/2002 alle 19:17

Il problema, secondo me sta nel fatto che la gioia, in quanto imperfetta ha un'inizio e un termine. Il termine della gioia reca sempre dolore. Quel gran pessimista di Schopenhauer affermava che l'unico mezzo per una vita accettabile è la limitazione del dolore, raggiungibile solo tramite la rinuncia alla gioia:non mi sembra una prospettiva incoraggiante !! Che ne dici ? Forse il vero problema sta nella capacità, tutta individuale, di reagire alle vicissitudini della vita: un piccolo dolore può stroncare un uomo, mentre uno grande non scalfisce un'altro. Dipende dalle risorse individuali, purtroppo. Io credo che da quel punto di vista siamo un po' tutti abbastanza sullo stesso piano: i grandi dolori ci fanno soffrire.
Che ti posso dire ? In bocca al lupo !!
Andrea

il 30/08/2002 alle 19:36

Dimenticavo. Dalle mie parti si dice: "iè amaar!"
Sia l'acqua che la vita, si intende.
N.

il 30/08/2002 alle 19:44

Aggiungerei: quel che per uno è un dolore, per un altro può essere gioia.
La via del dolore, se non sbaglio, è uno dei sentieri dell'induismo.
Ma stiamo filosofeggiando su un problema abbastanza comune e quotidiano!
Sursum corda!
Nel senso latino e non nel senso di parlar di corda in casa dell'Impiccato... (vedi l'altra mia poesia!).
Grazie.
E.

il 30/08/2002 alle 19:48

Mi spiace che non ti sembri piu' possibile apprezzare cio' che ti circonda. E' forse questo il fulcro dei tuoi problemi, cioe' lasciare che un dolore annienti tante altre potenzialita' nella tua vita quotidiana. Rischi di covare le tue depressioni invece che uscirne Nemo. Cerchi tante spiegazioni in verita' filosofiche e rischi di trascurare troppo te stesso. Non sei solo un'entita' spirituale, sei anche un corpo, un comune mortale. L'attivita' fisica era un consiglio tutt'altro che frivolo, era un suggerimento "terre a terre" per la tua salute psico-fisica.
Come sai, ci sono passata anch'io in un momento come il tuo, ma ho lottato con tutte le mie forze spirituali e fisiche. Facevo Jogging con le lacrime agli occhi, ma accanto all'amarezza del cuore riscoprivo a poco a poco la gioia di vivere, la forza rigenerante che ti puo' dare una cosa semplicissima come un fiore che sboccia nella siepe di un parco. E nel riuscire a provare queste sensazioni in periodi di desolazione c'e' secondo me un seme di vita e di rinascita degno di una presa di coscienza filosofica. Io mi sono ripresa a poco a poco la mia vita. Non ho permesso alla persona che mi ha lasciata di prosciugarmi delle mie risorse di vita, della mia possibilita' di sentirmi una persona completa. E quando ho incontrato l'uomo che tuttora adoro, ero una persona con la testa alta e con i piedi per terra. Perche' mi sono rialzata e ho ripreso a camminare innanzitutto da sola, ed ho potuto poi offrire all'altro curiosita' e gioia di vivere.

Non mi aspetto da nessuno che segua i miei consigli. Li semino, semplicemente, poi ognuno vede per se' se possono essere validi per il suo giardino. E scusami se ti ho chiamato "capitan nemo", lo ho fatto con simpatia, non per provocarti.

Ciao

S.

il 30/08/2002 alle 20:32

Cara S. (non so quale sia il tuo nome) io condivido le tue idee e le tue modalità per venir fuori da una determinata situazione.
Anche io, a tutt'oggi, cammino a testa alta e sono molto concreto (le elucubrazioni me le riservo quanto immagino poesie e/o parlo di filosofia). Ma una cosa è l'atteggiamento esteriore, mi insegni, altro è quello interiore.
Al nostro interno, secondo me, vi è un Io Storico differente, frutto di tante (vite?) esperienze passate ed è lì che germogliano le idee.
Lo so. Forse sbaglio a essere sempre da solo, a essere seppellito dal silenzio. Ma che ci vuoi fare, mia cara! E' una vita che sono così e alla vecchiaia mi puoi cambiare?
Oggi si usa una brutta espressione: rimettersi in gioco o in discussione!
A me non va per stile di vita, modo di pensare, finalità di esistenza.
Oggi sono un poì giù e non sono come quello di Lenzuola rosse o Nuvole e champagne.
Che ci vuoi fare!
Se mi sai bene leggere tra le righe sai come sono, cosa faccio, cosa penso e cosa farò (di questa mia vita, si intende).
Nella poesia di cui sopra, a ben vedere, infondo ritengo che il rifugiarmi nel sogno sia un bene e, se è vero che non vorrei ritornare, è pur sempre in un ambito onirico che avviene il tutto.
Poi, forse, ieri ero un po' giù; e oggi ancor più!
Domani... chi lo sa!
La mano amica che si tende è utile e preziosa, ma non resta accanto a me.
Il fiore che sboccia mi testimonia della vita.
Ma, forse, in questo momento, averi bisogno di qualcos'altro.
E non batto i piedi per terra.
Esterno un mio stato del'essere.
Grazie, comunque. Sei davvero unica e speciale nei commenti.
Ernesto

il 30/08/2002 alle 21:36

" E intanto il mare mi ricopre ".
Bella.
Innanzitutto per la poesia in sè, e per le sue bellissime immagini, oltre allo stato d'animo che ne esce fuori.
Ma anche il simbolo:
il mare visto da un'altra prospettiva,
dapprima è l'accostamento acqua salata - lacrime...
Ma poi...è come se attraversasse tutta la poesia, l'acqua. Ricorda la primissima acqua del grembo materno, quasi un ritorno in una sorgente tutta femminile ( e infatti femminile è la causa della tua depressione ) senza richieste né preoccupazioni.
( e ricorda ancora una specie di suicidio "letterario" ). Ma ancora l'acqua e la memoria...che gli impeti della memoria, le anime, i volti, si trasformino solo in carezzevoli onde.
Ma non è dolce l'acqua, pur sempre salata.
Ci sarebbe altro ancora, ma non mi vanno analisi della poesia anche perchè non so manco se quel che intendo io può essere "autorizzato" da te che l'hai scritta.


il 31/08/2002 alle 09:33

Assolutamente si.
Il commento lo acceto e lo apprezzo. Tranne forse quando affermi circa la mia "depressione". Non mi è stata diagnosticata da nessun psichiatra che frequento per motivi di amicizia!
Nel senso che le mi epoesie sono velate di dolore e sofferenza e di pessimismo. Ma non a livello patologico.
In effeti la simbologia del mare è stata da me presa a livello di riferimento per tutta la poesia; il titolo, del resto, ne è parte integrante e fornisce una prima chiave di lettura a più sensi.
Ma il mare è anche elemento purificatore, è ricco di vita; le vite al suo interno scivolano verso destini peggiori di quelli che si parano diannzzi ai loro occhi; quindi il mare come trasparenza/apparenza.
Il sogno del mare e nel mare; l'aria che si combina all'acqua..........
Vedi che potremmmo continuare.
Grazie per il comento e per lo spunto di riflessione.
E.

il 31/08/2002 alle 15:04