PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 29/08/2002
Assisa
Su un trono raggiante
Giudichi uomini e cose
Porgendo
Il simbolo di eterna equità
Difendendolo con la maschia spada.
Incidi sui destini nostri
Già scritti sulle pergamene del tempo
Ad onta di chi crede di liberamente porsi.
Schiava leale
Sposa fedele
Amante appagata
Condanni senza appello.
Il tuo Dio
Non conosce il perdono.
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Grazie, Anna.
La Giustizia di Dio si chiama Vendetta, pensa un po'!
N.

il 29/08/2002 alle 19:33

...dea perfetta in un sogno irreale...diviene donna sublime che perdona come il suo Dio...
...ptciù...simy

il 29/08/2002 alle 19:35

Non esiste il perdono come categoria mentale nell'immginifico di quella Giustizia.
E' una dura legge, ma è LA LEGGE.
Lo so, la mentalità e la moralità imperante dicono diversamente.
Ma che ci vuoi fare........... i Tarocchi sono un po' più antiquati, vecchi, antichi.........
Grazie.
N.

il 29/08/2002 alle 19:48

La tua è una giustizia da Antico Testamento !!
Ma esiste la giustizia ? O dipende solo dall'ambito all'interno del quale la si osserva. No, non credo nella giustizia universale. Credo che, come ogni espressione dell'umana natura, essa sia sottoposta alla soggettività.

il 30/08/2002 alle 01:20

Puntio di vista.
Per me l'Antico Testamento è un libro "moderno" e poco attendibile.
Parto da qualche millennio prima.
Poi: una cosa è la giustizia umana, altra è quella divina. Indipendentemente da dove la si voglia collocare (Dio, ragione, società,natura, ecc.).
Nei Tarocchi è presente un simbolismo da me racchiuso in poche parole.
E siccome si tratta di un fatto irrazionale (o tanto razionale da sembrare paradossale), purtroppo si sconfina nella fede (ambito dove le prove sono superflue: per tutte: le religioni!).
Per me è un dato di fatto: la Giustizia è subordinata a una Legge Universale che non ammette deroghe o violazioni (ergo, non esiste il perdono).
Tutto qui.
Sul punto ci sono centinaia di migliaia di pagine, come potrai ben intendere.
Grazie, comunque, della tua riflessione.
N.

il 30/08/2002 alle 01:29

Già!!
MG

il 30/08/2002 alle 01:38

Se parli di giustizia come concetto puramente astratto in linea di principio mi trovi concorde. A quel punto,però, non vedo chi o che cosa possa potenzialmente esercitare il perdono.
Se parli di Dio, il principio non si applica agli atei. Se parli della ragione o della società, hai a che fare con gli uomini e quindi ricadiamo nella soggettività. Se parli di natura, parli di leggi prefissate dall'inizio dei tempi che non necessitano esercizio o arbitrio di alcun genere. Non potendo quindi parlare di giudizio, al quale conseguono perdono o castigo, ha senso parlare di giustizia ?
Forse sto andando oltre l'intento della tua poesia che voleva, secondo me, restituirci un'immagine 'trascendentale' della Giustizia. Se questo cercavi a mio parere ci sei riuscito bene.

il 30/08/2002 alle 01:56

Descrizione perfetta....
E credo che in fondo sia giusto che lei non conosca il perdono...
.....credo...
mah!?...
M'

il 30/08/2002 alle 09:59

Ritengo che il principio della giustizia, intesa come legge universale di equilibrio, sia immutabile dal giudizio soggettivo come la gravità! Non per niente oltre alla spada c'è la bilancia che misura i pesi che devono essere in equilibrio affinchè non sia sbilanciata. Poi l'amministrazione dell'umana giustizia è soggetta alle nostre intepretazioni, alle leggi, agli Stati che puniscono ciò che in un altro è libero ecc ecc, ma è un'altra cosa.
La poesia ha delle immagini molto belle, tanto per stare in argomento poetico...
Complimenti
Ciao
Axel

il 30/08/2002 alle 11:05

Scusa se mi intrometto nel tuo commento, Axel.
Io credo che tu abbia ragione solo se si parte dal postulato che esista un'entità giudicante al di fuori dell'ambito umano. Ma è un postulato che paradossalmente, non può applicarsi universalmente, in quanto gran parte di noi non credono in un Dio.

il 30/08/2002 alle 12:37

...non crede in Dio. E che diamine ! Che razza di ignorante sono !! ;-)

il 30/08/2002 alle 12:39

E' così.
Sul punto ho scritto una monografia e ho tenuto diversi cicli di lezione. Qui non mi sembra il caso.
Grazie, comunque, per lo spunto e per le idee che esprimi.
N.

il 30/08/2002 alle 12:48

Ut supra!
N.

il 30/08/2002 alle 12:51

Credo quia absurdum.
N.

il 30/08/2002 alle 12:54

Non è così e nel mio libro (Il senso della Giustizia, Ed. Cacucci di Bari) ho cercato di dimostrarlo.
I piatti sono diversi; segno che l'equilibrio va ricercato di volta in volta e senza sosta. L'equilibrio è la stasi; cioè, la morte.
E l'assenza del perdono si giustifica in tal ottica.
Ma ci vogliono centinaia di pagine per dirlo, dimostrarlo, provarlo e... farlo accettare.
Grazie, comunque. Mi è sembrato un argomento interessante. Oggi sarà la volta dell'Appeso!
N.

il 30/08/2002 alle 12:59

Dixit insipiens in corde suo: non est Deus.
Già!
Ma quale Dio?
N.

il 30/08/2002 alle 13:01

I sapienti possono dire che esista Dio ?
Hai ragione: non è questa la sede per disquisizioni di questo genere.
Grazie, comunque per gli stimoli. Mi hai fatto venire voglia di approfondire la conoscenza dei Tarocchi.
;-)
Andrea

il 30/08/2002 alle 14:25

Come ben sai, la Giustizia dei Tarocchi non è come la nostra taroccata giustizia umana!!!!!!
E' cosa sacra e in tal senso ne ho dato un tratto.
Grazie e ben trovato anche a te.
N.

il 01/09/2002 alle 08:59