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Pubblicata il 12/04/2009
Lunga è la notte
quando la luce
della luna, pervade
lo spazio della parola.
Un mare di anemoni
sul monte Calvario,
m’accecò la vista.
In fretta abbandonai
il giaciglio, e scalzo,
raggiunsi il lago
di Tiberiade.
Il lago, a tarda notte,
è luogo di silenzio,
dove posso sentire,
le onde infrangersi.
Quella notte,
sulle sponde del lago,
s’era addensato
un profumo di tilapie,
cotte alla brace.
Davanti al falò,
dei pescatori,
parlavano di Dio.
Ma una sola voce
mi catturò.
Le cicale cantavano
come avevano
sempre fatto,
ma il mio cuore
inesorabilmente,
stava cambiando …


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Bella poesia. E bello sarà stato il momento in cui una voce ti catturò e il tuo cuore cominciò a cambiare.
Auguri
Plotina

il 12/04/2009 alle 14:25

E' un bel sogno il tuo, dove il tuo cuore ha incontrato la luce e va verso di essa.
Molto bella, Buona Pasqua Fabio.
helan

il 12/04/2009 alle 17:15

Molto bella questa poesia, descritta così bene l'ambientazione che mi sembra di esserci anch'io sulle sponde del Tiberiade e mi sembra di captare quella luce di cui parli.

Ciao
ALEH

il 12/04/2009 alle 17:43

Già. Sei entrata nel vivo del tema. Auguri di una Santa Pasqua. Fabio.

il 12/04/2009 alle 20:55

I miei sogni nascono da molto lontano. Ma da dove, non lo so. Auguri anche a te. Fabio.

il 12/04/2009 alle 20:57

Il lago di Tiberiade è in fondo alla nostra anima. Forse è per questo, che ti è sembrata di averla già vista quella Luce di cui parlo. Ciao, Fabio.

il 12/04/2009 alle 21:03