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Pubblicata il 31/03/2009
Ho scritto poesie malinconiche
a bordo di una cadillac licenziosa;
uno dei pomeriggi senza pretese.
Sulla smilza trama della strada
ricadevano smoccoli di pioggia
frantumata.
Mi appostavo sotto l’ermetiche
fronde di un bar e domandavo
dell'altra carta da bere.

Il materasso scostato,
i rigagnoli d’acqua del bicchiere in frantumi;
restavo acquartierato dentro la nicchie delle cose.
Manomettevo i circuiti del tempo
abradendoli con inneschi di parole.
A casa sempre tardi,
come un tesoriere sfaccendato,
ricollocavo i pezzi delle mie (s)fortune.

Non c’era mai abbastanza solitudine.
Per quanto la temprassi con birra, Handel, e pugni
chiusi, il suo volto non si completava mai.
Si formavano gorghi, focolai di asprezze
simili all’ululare che nottetempo s’appoggia alle finestre;
non fa mostra della belva,
eppure non dubiti da quale bocca provenga.

Ho acquistato tre candele, e pure
stasera i loro fumi accresceranno
le ragnatele della stanza.
Dalla prima s’insinua l’acre
tabacco di una pipa senza occhi;
in mezzo gli spruzzi salustri
del regatore solitario;
dall’ultima non so,
è come un deflusso d’odori già
percorsi,
un borgogna che non scalda più.
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trovo molto interessante questa tua poesia per il linguaggio che tratta in maniera originale questa tua anche se non c'era mai abbastanza ...)solitudine e il tuo disincanto del vivere
ciao
lilli

il 31/03/2009 alle 15:50

ti ringrazio lilli, a presto, fra

il 31/03/2009 alle 16:54

molto surreale e personale.
forse per questo non sara' capita e apprezzata.
ma e' sicuramente superiore a tante che ho letto fino a qui.....
saluti,L.

il 01/04/2009 alle 20:45

liquida mente che segue un percorso e non si ferma agli ostacoli ,ciao fra ,cate

il 01/04/2009 alle 20:55

meno gente mi capisce, più realizzo che ho ragione...saluti a te...fra

il 02/04/2009 alle 17:39

ciao cate....

il 02/04/2009 alle 17:39