La donna che diverrai
avrà nostalgia delle cose buffe,
di quei versi rincorsi e dimenticati,
delle lunghe domande
che assottigliano il tempo,
per le quali le amiche
ti dicevano scema.
Si chinerà sul petto tarmato
di un qualunque signore,
e rialzando il capo
balbetterà di riparlarne
un altro giorno.
Sbiadirà come una nota
profusa velocemente,
come un reticolo di luce
in una serra sventrata,
andrà solleticando
gl’infermi fogliami,
lo spento terriccio.
Muterà camicette,
compatterà il viso,
si riempirà di luccicori
il collo, le mani
e d’improvviso,
allorché una pozza d’acqua
sibilerà sotto le scarpe,
cascherà come quando
eri ragazza, e ne ridevi
a fior di pelle.
Questo perché…ammonirà orgogliosa,
e non saprà come continuare.