PoeticHouse - Il Portale dei Poeti e della Poesia
Pubblicata il 27/08/2002
Io sono il padrone di tutti gli stili. Le mie mani hanno la penna universale.
È una condizione superiore alla sola dannazione.
Datemi gli scritti di qualunque versificatore occidentale dell'età moderna, e ve li replicherò all'istante. È così facile. Blitzpoetry, moneta facile. Non è così duro credermi.
Mallarmé era un brav'uomo a render criptici i suoi versi, eppur io glieli so rifare. Privi di senso, tali quale l'originale. Un bijou. È questa la moderna Scienza.
Verlaine, i crepuscolari, il grigio verso lamentoso, tutto troppo facile. Datemi l'ali di un fraseggio magniloquente, e vi produrrò della splendida poesia medievale. Errori compresi. Posso rifare i difetti dell'uno, l'idiosincrasie dell'altro. Ed andare avanti, from dawn till dusk and more.
È una maledizione? Probabile. Mai che si chieda all'uomo di scienza di mimare un pancreas od un solfato. Le arti utili, là l'esperienza è insostituibile. Il medico non è tenuto a curare come Ippocrate, sarebbe esecrabile verso i pazienti. Ma la poesia, che gioco da perditempo! - tutto può essere propinato al lettore, purché sia "soave".
Gli endecasillabi e i versi liberi, le assurde strofette, tanto amabili, e i singulti della letteratura moderna, non sono che un trucco matematico. Si imparerà come il due più due.
Si dice che entrar nell'animo d'un uomo è difficile. Eppur questo poco vale per il poeta, povera bestia, l'uomo che men di tutti è complesso, anche se a lui piace credere il contrario. Struggersi sui misteri dell'universo è roba da tutti. Far la vita del discotecaro gaudente e al tempo stesso sperare in un buon futuro per tutti, ecco la vera difficoltà. È una sfida che la gioventù moderna affronta quotidianamente. Ah, perché io non sono dei loro? È ben un'epoca di volontà di ferro.
Ma io posso fingermi poeta vagabondo, aulico, pedante, visionario; volete un Carducci? L'opera un po' mi disgusta - ma potrei confezionarvelo in cinque minuti.
I poeti sono dei poveretti che la menano fino alla morte con le loro idee fisse. Vivono per essere copiati, contestati, poi laudati ed infine dimenticati.
Sono tutti invertiti, oppure insani, sessuomaniaci. La Storia ci riporta più d'un caso. I romanzieri, quelli sì, che non avrebbero nulla da vergognarsi. Ci vogliono le palle quadrate, e una tempra raziocinante da veri uomini d'una volta, per uscir vittoriosi dalla traversata di un mezzo migliaio di pagine. Questo è spiegare il mondo! Un bel best-seller - il pubblico sa ciò che vuole - e via.
La fama gli arriderà domani e sempre. La poesia è filosofia rimata, l'inutilità unita alla frivolezza, e il suo giorno è finito.
E ora ditemi, a cosa, a cosa, serve la mia eterna opera? È un'insensata capacità. Miglior destino, di sicuro, se Dio mi avesse assegnato il crisma della prestidigitazione, o della potenza muscolare!
Chi ha bisogno di un saltimbanco di parole?

(e il mio stile, ancora non esiste)
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