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Pubblicata il 16/03/2009
degenera, comprime e compatta mancandomi. l’imprescindibile e svincolato in altro loco, vale la pena assumersi la briga di campare?
infami ricordi che inscenano l’eguale gioia goduta nelle geografie dove è spuntato il putiferio. ero felice e ora non più.
favole, faville, incantesimi e maestrie mietono reminiscenze, che adesso sono tumori, metastasi, cancrene grottesche tra un Natale insapore e un capodanno Fetido.
ero, è ciò il problema.
abbozzare fiducie perpetuate nell’Averna, per saldare i conti con le prevaricazioni e di soppiatto svanire. La pace per me non esiste, la pace in un frutto sfatto che fa schifo, come un seme cacato negli escrementi.
esasperarmi negli elementi che condussero al popolo della notte e alle streghe, all’abdicare ex novo un sollievo di lesa maestà, in tal sede offendo il foglio con uno sgorbio di scritto. macerie sono principalmente macerie.
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interessante

( sulle macerie si costruisce l'avvenire, la storia ce lo insegna)
:-))

il 16/03/2009 alle 16:44