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Pubblicata il 11/03/2009
Otto marzo.
Scorrendo i messaggi di posta elettronica il professore si accorse di un allegato denominato “l’imperfetta” e volle aprirlo incurante delle raccomandazioni ricevute riguardo agli allegati provenienti da mittenti sconosciuti.
Lo sfondo si fece azzurro, come l’impostazione del foglio di Word era settata sul suo computer, ed apparve il seguente testo che egli lesse dapprima con noncuranza e poi con sempre maggior attenzione e ne fece poi apprezzamento inviandolo a tutte le conoscenze femminili a lui care con cui era in corrispondenza telematica:

Un difetto della donna
Quando Dio creo’ la donna era gia’ al suo sesto giorno di lavoro facendo pure gli straordinari.
Apparve un angelo e gli chiese: ”Come mai ci metti tanto con questa?”
E il Signore rispose: “Hai visto il mio Progetto per lei?”
Deve essere completamente lavabile, però non deve essere di plastica, avere più di 200 parti muovibili ed essere capace di funzionare con una dieta di qualsiasi cosa avanzi, avere un grembo che possa accogliere quattro bimbi contemporaneamente, avere un bacio che possa curare da un ginocchio sbucciato ad un cuore spezzato e lo fara’ tutto con solamente due mani.”
L’angelo si meraviglio’ dei requisiti.
“Solamente due mani….Impossibile! E questo è solamente il modello base?
E’ troppo lavoro per un giorno….Aspetta fino a domani per terminarla.”
“No lo faro’!” protestò il Signore. “Sono tanto vicino a terminare questa creazione che ci sto mettendo tutto il mio cuore…Ella si cura da sola quando e’ ammalata e può lavorare 18 ore al giorno.”
L’angelo si avvicino’ di più e toccò la donna.
“Però l’hai fatta così delicata, Signore”
“E’ delicata, ribatte’ Dio, pero’ l’ho fatta anche robusta. Non Hai idea di quello che sia capace di sopportare o ottenere”
“Sara’ capace di pensare?” obietto’ l’angelo.
Dio rassicuro’:
“Non solo sara’ capace di pensare ma pure di ragionare e di trattare”
L’angelo allora noto’ qualcosa e allungando la mano accarezzo’ la guancia della donna…
“Signore, pare che questo modello abbia una perdita…”
“Ti avevo detto che stavo cercando di mettere in lei moltissime cose…non c’e’ nessuna perdita… e’ una lacrima” lo corresse il Signore.
“A che cosa serve una lacrima?” chiese l’angelo.
E Dio a lui:
“Le lacrime sono il suo modo di esprimere la sua gioia, la sua pena, il suo disinganno, il suo amore, la sua solitudine, la sua sofferenza, e il suo orgoglio.”
Ciò impressiono’ molto l’angelo che proruppe:
“Sei un genio, Signore, hai pensato a tutto. La donna e’ veramente meravigliosa”
Lo e’!
Le donne hanno delle energie che meravigliano gli uomini. Affrontano difficolta’, reggono
gravi pesi, pero’ hanno felicita’, amore e gioia. Sorridono quando vorrebbero gridare, cantano quando vorrebbero piangere, piangono quando sono felici e ridono quando sono nervose. Lottano per cio’ in cui credono. Si ribellano all’ingiustizia. Non accettano un “no” per risposta quando credono che ci sia una soluzione migliore. Si privano per mantenere in piedi la famiglia. Vanno dal medico con un’amica timorosa. Amano incondizionatamente. Piangono quando i loro figli hanno successo e si rallegrano per le fortune dei loro amici. Sono felici quando sentono parlare di un battesimo o un matrimonio. Il loro cuore si spezza quando muore un’ amica. Soffrono per la perdita di una persona cara. Senza dubbio sono forti quando pensano di non avere più energie. Sanno che un bacio e un abbraccio possono aiutare a curare un cuore spezzato.
Non ci sono dubbi pero’… nella donna c’è un difetto: e’ che si dimentica quanto vale.
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In genere, quando vedo un testo così lungo, quasi
rinuncio a leggere, ma ora, dopo le prime parole, ho continuato fino alla fine e devo dirti che non me
ne sono pentita, anzi, ti devo ringraziare innanzitutto come donna, per il quadro che fai di essa. E poi mi sono, per giunta, anche commossa.
Ti ringrazio a nome di tutte le donne che non potranno leggerti.
Buona giornata
helan

il 11/03/2009 alle 09:35

...dovere.

il 11/03/2009 alle 13:50

Più che dimenticarsi di quanto vale...la donna forse non ha tempo per combattere affichè gli altri si rendano conto del suo valore. E se lo status d'essere donna è fonte per lei di insoddisfazioni...la colpa non è certo sua. O sbaglio?

il 12/03/2009 alle 11:03

Conoscersi e riconoscersi: quindi accettarsi perchè gli altri ti accettino...essere maschio o femmina è comunque un ruolo da vivere nella relazione e con la massima apertura perchè i diritti e doveri di entrambi, per il genere cui si appartiene, siano rispettati e fatti comuni pariteticamente.
Qui stà la chiave, almeno credo.

il 12/03/2009 alle 20:55