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Pubblicata il 09/03/2009
Si fa sera
con la Vita che si è consumata
un altro poco come lumino,
col fiato di sorella Morte sul collo
e poi verrà il buio
con i suoi silenzi dove verranno a galla
momenti
ricordi
rimpianti
parole buttate al vento come soffioni
di taràssaco,
spine di un antico Dolore che pungono
con sadismo l'anima indifesa.

Guarda
i giorni scivolano giù come gocce di rugiada
sulle foglie della magnolia,
il presente ha il becco dell'aquila che lacera
la carne ed il tarlo dell'ossessione scava
profonde gallerie nella stanca mente,
sulla mia isola sperduta le speranze
naufragano con messaggi di sogni in bottiglie
che mai arriveranno.

Quanto dovrò ancora calpestare questo sentiero
appuntito,
quanto poco mi è fatto conoscere di quello
che mi aspetta,
del mondo che verrà
di quel Dio che è mio Padre e che conoscerò
dopo questo forzato esilio dove la Terra
è sabbia ed il mare è fatto di tante gocce
di lacrime.

Ho i capelli canuti
il passo incerto,
l'aquilone dell'esperienza volato via come
passero spaurito.

Scende la malinconia sulle bocche di leone
chiuse al tramonto per completare il Tempo,
forse se volessi potrei toccare la luna
prigioniera dentro al pozzo,
raccogliere briciole con Hansel e Gretel
per non perdermi nel bosco delle mie paure,
lo sai non ho più nulla da farmi rubare
quel giorno mi portarono via il tesoro
più bello
più grande.
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è l'attimo in cui la malinconia esplode ,bellissima ,un abbraccione cate

il 09/03/2009 alle 23:38

Come "Prigioniero dei ricordi", anche questa,
caro Gianni, l'ho apprezzata intensamente.
E' dolce sentir nascere dai tuoi versi
la malinconia, la tristezza, l'abbattimento.
Trasmetti emozioni che fanno di noi
essere umani, sempre più umani...
La tua umanità che distilli dai versi è un gran dono
Ti risaluto caramente
Y

il 10/03/2009 alle 09:32